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Marea nera: Obama ordina ispezioni su tutte le piattaforme

14 maggio 2010 0 commenti

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Teso, insolitamente conciso, il presidente americano Barack Obama ha ordinato l’ispezione immediata di tutte le piattaforme offshore al largo della costa americana, sulla scia del disastro ecologico in atto nel Golfo del Messico, dopo l’esplosione di un impianto di estrazione di British Petroleum, il 1 maggio. Obama ha detto che il governo “non darà tregua fino a quando la crisi non sarà risolta” e ha annunciato una drastica revisione della maniera in cui il Minerals Management Service, la divisione del dipartimento del Territorio che sorveglia sul settore delle esplorazioni petrolifere e di gas naturali, opera.

Proprio oggi il New York Times ha rivelato, in apertura di prima pagina, la consuetudine per le compagnie petrolifere di ignorare le norme previste dal governo americano e addirittura di far partire gli impianti di estrazione prima di avere ottenuto i permessi previsti. Obama è apparso decisamente arrabbiato di fronte alle telecamere, nel Giardino delle Rose della Casa Bianca. Ha parlato di “uno spettacolo grottesco” commentando lo scambio di “ridicole” accuse e lo scaricabarile delle tre aziende coinvolte nell’emergenza del golfo (oltre a Bp ci sono Halliburton che ha costruito le infrastrutture e Transocean che gestiva la piattaforma). “Questo comportamento”, ha aggiunto “è intollerabile”. Al termine della sua dichiarazione Obama è rientrato nello Studio Ovale, senza rispondere alle domande che i giornalisti gli gridavano.

La Casa Bianca è alle prese con un disastro gravissimo, specialmente nell’anno delle elezioni politiche, ma non ha grandi opportunità di risolvere la situazione in tempi brevi. Ci vorranno mesi, almeno due, per fermare completamente la fuoriuscita di greggio nel Golfo completando un pozzo alternativo. Nel frattempo però migliaia di barili di petrolio continueranno a finire nel Golfo, minacciando la costa dalla Louisiana alla Florida, un patrimonio naturale inestimabile e l’intera industria della pesca nel Golfo. Oltre che la credibilità di Obama e del suo governo di fronte a un’emergenza sul fronte interno.