Finanziato con 1,3 miliardi di euro il ponte sullo Stretto. Il Codacons annuncia il ricorso al TAR
Finanziato dal CIPE il Ponte sullo stretto con 1,3 miliardi di euro, una piccola tranche di quello che sarà il monte complessivo dei costi di oltre 6 miliardi di euro. Lo aveva detto il Premier Berlusconi all’indomani del suo insediamento che dopo emergenza rifiuti, energia nucleare il terzo punto sarebbe stato il finanziamento del Ponte sullo stretto: crisi o non crisi.
Ma già il Codacons, attraverso il Presidente Carlo Rienzi annuncia il ricorso al TAR del Lazio con la seguente motivazione:
L’opera avrà un costo sproporzionato rispetto all’indotto, e un pesantissimo impatto ambientale sul territorio. Rappresenterà un enorme spreco di denaro pubblico e non vedrà coinvolta la popolazione locale, dal momento che non è stato fatto un apposito referendum tra i cittadini siciliani e calabresi per raccogliere il loro parere sul progetto. Per il rilancio dell’economia nazionale sarebbe stato più opportuno privilegiare altre infrastrutture e altre spese a maggiore produttività. Per tali motivi ricorreremo al Tar del Lazio, chiedendo il blocco dei finanziamenti varati oggi dal Cipe per il Ponte sullo Stretto.
Dopo il salto il sondaggio e il parere di una blogger siciliana.
La Sicilia non è certo il paradiso delle infrastrutture e autostrade. Scrive nel suol blog ICare, siciliana doc:
La Sicilia ha una situazione di vie di collegamento che definire arretrata è fare un gentile eufemismo. Le cosiddette autostrade sembrano mulattiere con i rattoppi (forse perchè le grandi aziende appaltanti hanno usato materiale scadente e in quantità miserrima?), le ferrovie hanno locomotive che somigliano a mezzi d’antan, che viaggiano con binario unico, per cui se transitano due treni in direzione opposta uno deve fermarsi in attesa del passaggio dell’altro. E’ vero è da trent’anni che si lavora sulla Siracusa - Gela e a tutt’oggi i risultati, scadentissimi, sono sotto gli occhi di noi tutti. La Ragusa - Catania è, sulla carta, una strada a scorrimento veloce. Dovrebbe collegare l’industriosa provincia di Ragusa (Montalbano, sono!) con quella che fu chiamata “la Milano del sud” (ma forsi ppi ‘ngiuria!). In questa strada c’è un bel record di incidenti, tanto che viene chiamata la strada della morte: da quando è in funzione (40 anni) ha provocato 500 morti e 20mila feriti. Gli abitanti del luogo ogni tanto fanno qualche manifestazione di protesta, una specie di sciopero bianco della strada.
Via | Live Sicilia
Foto | Area dello stretto