Milano, nuovo cemento (e anche un po’ di verde) dalle aree ferroviarie dismesse
Dove costruire ancora a Milano? Semplice: basta sfruttare le aree ferroviarie dismesse, con un accordo firmato tra il Sindaco Moratti e Fs e che prevede che del milione e 200mila metri quadri, il 50 % del territorio recuperato venga destinato a verde, l’altro 50% a palazzi, uffici e appartamenti privati (11mila circa). Scrive 02blog:
Un affare colossale. Milano guadagna 1 milione e 200mila metri quadri, pronte a diventare “città nella città”. La parola magica politically correct è “housing sociale“. In base all’accordo, del milione e 200 mila metri quadri si superficie, 750mila saranno ceduti al Comune che li trasformerà in verde e spazi pubblici, il rimanente sarà venduto a privati che potranno costruire solo garantendo in cambio una quota di servizi e alloggi, ma in housing sociale appunto. Per i meno avvezzi all’inglesismo spieghiamo. L’housing è un programma sperimentale volto alla costruzione di edilizia che consenta un mix abitativo con alloggi a canone sociale, moderato e convenzionato, oltre alla possibilità di vendita a prezzo convenzionato.
Le stazioni interessate sono: l’area dello scalo Farini (500.000 mq di superficie), l’area di Porta Romana (220.000 mq), l’area di Milano Porta Genova, attualmente in esercizio, ma destinata alla chiusura in tempi brevi (100.000 mq), l’ex scalo merci di Lambrate (50.000 mq), l’area di Milano S. Cristoforo (120.000 mq), l’ex scalo merci di Rogoredo (30.000 mq) e infine lo scalo Certosa (30.000 mq).
Nessuno ha parlato di bioedilizia, energie alternative, case passive. E poi, come la mettiamo con lo sviluppo demografico? Ci saranno i servizi per tutti? E con la speculazione edilizia?