Scorie nucleari a Sessa Aurunca (Ce)
Mentre il Governo, cerca le sedi per la costruzione delle centrali nucleari, la Sogin pubblica un bando per collocare scorie a Sessa Aurunca in provincia di Caserta. Ma la questione è aperta anche per i comuni di Bosco Marengo (Al), Trino (Vc), Caorso (Pc), Roma, Latina, Rotondella (Mt), Ispra (Va) e Saluggia (Vc).
Senza che vi sia stata una consultazione della popolazione locale. Dunque, a Sessa Aurunca che già paga le conseguenze della vicina centrale del Garigliano (nella foto), una nuova mazzata per una delle terre più fertili della Campania, sede di numerosi allevamenti di bufale.
Scrive Altocasertano:
La sua storia ci ricorda diciotto incidenti di rilievo, tra cui quello del 1980, ricordato come la “Chernobyl di casa nostra”, il quale provocò la fuoriuscita di grandi quantità di materiale radioattivo, soprattutto Cesio-137 e Cobalto-60, registrabile ancora oggi nell’area incriminata, facendo registrare dopo qualche giorno la morte di tutte le bufale della zona con la moria di pesci lungo il tratto di mare ove sfocia il fiume Garigliano e successivamente malformazioni congenite nei vitelli allevati nella zona contigua con uno spaventoso aumento della mortalità per tumore e leucemia negli esseri umani. Nel 1981 l’Enel, subentrata alla Senn nel 1965, decise di non riavviare più l’impianto. E’ stato calcolato che presso la centrale ci sono ancora circa 2.500 metri cubi di scorie radioattive stoccate.
Intanto i sindaci dei comuni interesati, attaverso l’ANCI hanno costituito una Consulta presieduta da Fabio Callori, sindaco di Caorso. Ha detto Callori:
Rispetto alla dismissione dei vecchi siti nucleari, a partire dalla necessità di dare priorità alla liberazione delle aree dai vincoli e di individuare tutte le iniziative utili alla riqualificazione e rivalutazione delle aree interessate. In questo ambito a distanza di oltre vent’anni dal referendum sulla chiusura del nucleare, scorie, rifiuti e vecchie strutture attendono ancora di essere definitivamente messe in sicurezza in un adeguato deposito nazionale. E noi continuiamo a farci carico di questi materiali con tutti i limiti allo sviluppo che ne conseguono per i nostri territori.
La Legge 368/2003 fissa al 31 dicembre 2008 il termine per la realizzazione di un depositi nazionale, ma ad oggi nessun sito è stato ancora individuato.
Via | Napoli Blogolandia, Altocasertano, Il Denaro
Foto | Cini92