Torniamo a lavorare in campagna?
Lo scrivevo qualche post fa dell’iniziativa del Governo Giapponese di sovvenzionare stage in fattorie a 800 disoccupati per trovare più facilmente lavoro e anche dagli Stati Uniti arriva questa conferma alla tendenza a ritornare a coltivare la terra in tempo di crisi.
Secondi i dati del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, se dal 2002 a oggi il trend di crescita delle aziende agricole è stato elevato, sono state aperte 300mila nuove aziende agricole di piccola dimensione, con una produzione locale e gestite per lo più da giovani per un totale di 2,2 milioni di aziende agricole aumentate, negli ultimi 5 anni si è arrivati ad un aumento del 30 per cento con aziende gestite per lo più da donne.
E in Italia? C’è solo la proposta del Ministro Sacconi di estendere i voucher, cioè i buoni erogati direttamente dall’INPS comprendenti il pagamento, le garanzie assicurative contro gli infortuni e il versamento dei contributi e riservati ai lavoratori agricoli stagionali dopo che a studenti e pensionati anche alle casalinghe.
Spiega Coldiretti:
L’agricoltura nei paesi sviluppati può assorbire disoccupati provenienti dalle altre categorie produttive con opportunità occupazionali che richiedono però flessibilità sia per quanto riguarda i tempi e i luoghi. Per facilitare l’accesso al lavoro agricolo in Italia è particolarmente importante la proposta del Ministro del lavoro Maurizio Sacconi di estendere il sistema dei voucher alle casalinghe dopo pensionati e studenti che oltre ad offrire nuove opportunità di reddito a categorie particolarmente deboli senza per questo destrutturare il mercato del lavoro agricolo, rappresenta anche un contributo alla semplificazione, alla trasparenza e alla legalità. Si tratta di una proposta che interessa centinaia di migliaia di imprese agricole coinvolte nelle tradizionali campagna di raccolta delle olive, dell’uva o delle altre colture che si trovano spesso in condizioni di difficoltà nel reperimento della manodopera.
Via | Coldiretti
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