Usa, la geo-ingegneria propone il “reboot” del clima
Sembrerebbe una “pazza idea” ma molti scienziati iniziano a darle credito: provare a fare il “reboot” del clima per contrastare il riscaldamento globale con un raffreddamento globale. Come? Con una suite-mega-tecnologica, che mutua soluzioni dalla geo-ingegneria e che include: immissione nello spazio di specchi che riflettono la luce del sole dalla Terra; concimazione degli oceani con il ferro per favorire la crescita di alghe che possono godersi il biossido di carbonio; aumentare la nuvolosità con l’immissione di particelle opache che facciano da schermo facendo rimbalzare indietro i raggi del sole; ma anche “sparare” da vulcani artificali particelle di zolfo, così come proposto dal Nobel Paul Crutzen o installare “alberi”-torri, in grado di succhiare il carbonio e sequestrarlo.
A dirlo, in maniera molto autorevole, è John Holdren (nella foto) fisico, 65 anni, consigliere scientifico del Presidente Obama in merito, appunto, agli interventi per contrastare il cambiamento climatico, il quale riconosce che alcune soluzioni potrebbero avere effetti indesiderati e che tali azioni non vanno prese alla leggera, e ha anche aggiunto:
Si potrebbe arrivare ad essere tanto disperati da voler usare questi strumenti.
Riferisce CbsNews nell’ intervista a Holdren fatta da AP che lo scienziato sta affrontando queste idee con i funzionari governativi e con l’Agenzia per la protezione ambientale della NASA:
Stiamo parlando di tutte queste questioni con la Casa Bianca. C’è un vigoroso processo in corso nel discutere tutte le opzioni energetiche per affrontare la sfida del clima.
Ma perché Holdren proporrebbe misure così drastiche e di fatto incontrollabili rispetto a politiche ambientali che mirano a ridurre le emissioni di CO2 in maniera più sicura e efficace? Secondo lo scienziato la Terra sarebbe vicinissima ad un cambiamento climatico conclamato: entro sei anni potrebbe scomparire il ghiaccio artico, il che di per se già modificherebbe ulteriormente il clima in maniera imprevista; c’è un rilascio di metano a causa dello scongelamento del permafrost in Siberia il che potrebbe accelerare i cambiamenti climatici e numerosi e grandi incendi in tutto il mondo. E ha concluso dicendo:
Il guaio è che nessuno sa quando queste cose accadranno.
Foto | islandbreath