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Grecia, Erin Brockovich (quella vera) salverà l’Asopo dal cromo esavalente

18 maggio 2009 0 commenti

Erin Brockovich Erin Brockovich, quella vera, ha deciso di scendere in campo accanto ai greci per combattere una nuova battaglia contro il cromo esavalente che questa volta non inquina il sud della California ma il fiume Asopo, in Beozia, nella Grecia centrale. E così Erin, sebbene conosca già dal 2007 la questione, recentemente ha scritto all’ambasciatore americano e ha partecipato ad una riunione dei Verdi al Parlamento europeo.

Scrive Gilda Lyghounis di Osservatorio Balcani:

Le analisi chimiche svolte dall’Università di Atene parlano chiaro: il contenuto di cromo esavalente è di 62 ppb (parti su un miliardo) nelle acque all’altezza del comune montano di Oropo, dove si è formata un’organizzazione di cittadini che di recente ha inscenato una curiosa protesta “offrendo” bicchieri d’acqua contaminata ai passanti e ai deputati davanti al Parlamento ateniese. A Chrisopygì (in greco significa, ironia del destino, “Sorgente dorata”) il livello di veleno arriva a 76 ppb, mentre nel comune di Aulide addirittura a 100 ppb. Il livello ammissibile per la salute è…0 ppb.

L’inquinamento dell’Asopo rilase alla fine degli anni ‘60 quando i colonnelli diederoalla zona lo stratus di “parco industriale” il che significò la concessione alle aziende di scaricarci dentro qualunque sostanza e senza nessun controllo. La presa di coscienza dei greci si ha nel 2007 quando la facoltà di Agraria effettua le prime agghiaccianti analisi smentite da una ispezione, molto pubblicizzata per tempo, fatta poi in tempi più recenti che ha dato modo alle fabbriche che vi sversavano di limitare i danni.

Così scriveva Erin nel 2007, sul suo blog, a proposito di questi primi test:

L’acqua è rossa, a causa dell’alto contenuto di cromo esavalente scaricato da circa 85 fabbriche della regione nel fiume insieme ai propri rifiuti industriali. Nella cittadina di Oinophita, 30mila abitanti, i casi di cancro sono aumentati dal 1989 ad oggi dal 6% al 32%. E nonostante il sindaco abbia dichiarato l’acqua potabile ‘non sicura’ i suoi concittadini non hanno altre risorse. Le autorità greche stanno a guardare: solo 4 fabbriche sono state multate (con 5000 euro ciascuna, ndr), ma nulla è stato fatto per impiantare depuratori affidabili e, soprattutto, per pulire le acque mortifere.

Nel frattempo, persino il quotidiano conservatore “Kathimerini” ha denunciato la presenza di cromo e di altre sostanze tossiche come il nickel e il bario non solo nelle falde acquifere e nell’acqua potabile, ma anche nelle carote, nei fagiolini e nelle cipolle vendute ogni giorno nei supermarket ateniesi, provenienti nei campi irrigati con le acque dell’Asopo.

Spiega Osservatorio Balcani:

Il quotidiano conservatore “Kathimerini” riporta gli ultimi test fatti, a febbraio, dai chimici dell’università di Atene. Le carote coltivate dagli agricoltori di Tebe, capoluogo della Beozia, per esempio rivelano concentrazioni altissime di cromo (95 microgrammi per chilo, più di 10 volte il livello massimo consentito negli alimenti): “E’ lampante che queste sostanze stanno ormai passando nella produzione agricola” - ha detto uno dei ricercatori a Kathimerini - “anche se il cromo esavalente, passando nei prodotti agricoli, cambia composizione chimica l’acqua dell’Asopo non è ugualmente adatta ad irrigare i campi, figuriamoci per essere bevuta!”.

Via | Osservatorio Balcani
Foto | rockford