Perù:150 indios uccisi perché in rivolta contro le estrazioni di petrolio nella Foresta amazzonica
E’ da venerdì 5 giugno che in Perù il Governo è entrato in conflitto con gli indios della Foresta amazzonica. Una rivolta, definita di stampo terroristico dal Presidente García e affogata nel sangue di oltre 150 morti. Ad oggi, però, fonti indipendenti, fanno sapere che il numero di morti è più elevato e ancora imprecisato.
Gli scontri sono il risultato di un conflitto tra nativi della giungla e il governo di Alan García, a causa dello sfruttamento delle ricchezze petrolifere. Enormi riserve sono state scoperte negli ultimi anni nella regione. Un “miracolo”, secondo il Presidente Garcia che intende moltiplicare le iniziative per lo lo sfruttamento delle risorse riservate a società straniere, che sono, scrive Salva le foreste:
l’anglo-francese Perenco, l’argentina PlusPetrol, la canadese Petrolifera, la spagnola Repsol e la brasiliana Petrobras, che si sono accaparrate ampi tratti di foresta.
Mentre gli indios e le loro comunità di cacciatori-raccoglitori perdono risorse e acqua.
I gruppi indigeni perciò si sono associati e mobilitati contro quello che diverrà non solo sfruttamento ma anche l’inquinamento e distruzione del loro spazio vitale e, dopo diverse settimane, la tensione è esplosa. Una mobilitazione generale, ora, è prevista per giovedi 11 giugno.
Via | La Jornada, salva le foreste