Sicurezza auto GPL: intervista a Salvatore Piccolo di Assogasliquidi
La terribile tragedia di Viareggio causata dalla esplosione di un container-vagone contenente Gpl porta all’attualità i sistemi di sicurezza usati per gestire questo gas. Nell’ultimo anno la diffussione di auto alimentate da questo carburante per auto ha subito una notevole impennata, sia per i costi bassi, sia per il minore impatto sull’ambiente. Ma oggi in molti si chiedono se la sicurezza del Gpl sia assolutamente certa in caso di incidente.
Di questo e di molto altro ancora ne ho parlato al telefono con l’Ing. Salvatore Piccolo, responsabile del settore auto per Assogasliquidi-Federchimica.
D.: Le auto Gpl sono vetture sicure?
R.: Si lo sono. In rete è disponibile un filmato (quello che vi propongo su NdR) che dimostra come sono effettuati i test per stabilire la sicurezza o meno di un impianto a gas e in quel caso parliamo di Gpl. Detto ciò va anche chiarito che il classico bombolone a Gpl installato nella vettura è dotato di una valvola (elettrovalvola) che si chiude nel momento in cui spegniamo il motore dell’auto. Ciò vuol dire che o in caso di incidente, e dunque si spegne il motore, o in caso di parcheggio in garage, autorimessa o altro, se in presenza di perdita nell’impianto viene rilasciato solo il gas presente nelle tubature e non nella bombola e questo primo dato dovrebbe già allontanare molte perplessità in merito alla sicurezza.
D.: E’ solo questo il dispositivo di sicurezza presente?
R.: No. Negli impianti a Gpl vi sono diversi dispositivi che servono proprio a garantire sicurezza in ogni circostanza, dall’incidente più pesante alla banale dimenticanza. Ci sono la valvola limitatrice di riempimento usata durante l’erogazione per bloccare il rifornimento; la valvola di sicurezza che tiene costante la pressione all’interno del serbatorio o il termofusibile che trattiene il gas all’interno del bombolone in caso di incendio. A livello ingegneristico e tecnologico è molto più facile intervenire con accorgimenti tecnici su contenitori piccoli, quali quelli per autovetture, piuttosto che su cisterne grandi. Inoltre i bomboloni vanno sostituiti ogni 10 anni. Il punto è che spesso le auto Gpl sono tirate in causa in incidenti che nulla hanno a che vedere con il gas e comunque statisticamente gli incidenti pericolosi che le riguardano sono in un numero bassissimo. Diversa, invece, è la situazione del trasporto commerciale e industriale.
D.: In che senso? Non valgono le stesse norme di sicurezza?
R.: A gestire la sicurezza del trasporto merci è il protocollo ADR (Agreement Dangerous Road), di cui premetto non sono esperto ma che si basa, a differenza del protocollo riservato ai privati, sull’autocertificazione e sulla sequenza di procedure standard che deve applicare l’azienda che trasporta merci pericolose tra cui è incluso anche il Gpl. In sostanza un privato possessore di un auto con impianto Gpl subisce controlli da enti terzi che vanno a verificare il corretto stato dell’impianto. Una azienda che trasporta Gpl, invece, viene controllata sul rispetto dei suoi standard di sicurezza dal suo stesso personale che redige la certificazione.
D.: Perché, secondo lei questa differnza diciamo così di trattamento?
R.: Certamente le aziende hanno necessità di rendere più fluidi certi protocolli.