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Cambiamenti climatici: Greenpeace occupa 4 centrali a carbone e manda un messaggio al G8

8 luglio 2009 0 commenti

L'azione di Greenpeace a Porto Marghera

Da stamattina e fino alle 13, cioè l’ora di apertura del G8 a L’Aquila, un centinaio di attivisti di Greenpeace provenienti da 18 nazioni diverse hanno manifestato in 4 luoghi strategici ed esattamente nelle centrali a carbone di Brindisi, Fusina a Marghera (Venezia), Vado Ligure (Savona) e Porto Tolle.

Greenpeace: manda silvio a copenaghen La manifestazione (qui il diario delle 4 azioni) non è stata esente dalle iniziatie anti-sabotaggio dei responsabili degli impianti, come nel caso di Brindisi, dove il nastro trasportatore è stato più volte attivato per far scendere gli attivisti di Greenpeace, azione che ha anche messo a rischi la stessa sicurezza dei partecipanti. Le iniziative hanno voluto smuovere i media e sopratutto mandare un messaggio ai leader dei paesi G8 a proposito dei cambiamenti climatici in atto. La richiesta è quella di prendere dei seri provvedimenti affinché la temperatura del Pianeta non si innalzi globalmente di 2 gradi centigradi.

Dice Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia:

I politici chiacchierano. I veri leader decidono. Abbiamo perso anche troppo tempo e l’occasione di quest’anno, al summit di Copenhagen, è un treno che non si deve perdere! Le maggiori economie del pianeta devono decidere ora di salvarlo dai cambiamenti climatici.

Dunque per far senire la propria voce anche verso il Governo italiano, Greenpeace con l’iniziativa Manda Silvio a Copenaghen propone di inviare una mail al Premier Silvio Berlusconi in cui si chiede sia all’Italia, sia agli altri Paesi industrializzati di prendere praticamente una serie di impegni.

Dopo il salto la lista delle richieste.

Ecco cosa Greenpeace chiede, attraverso la mail che potete inviare da qui a Silvio Berlusconi:

  1. mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 gradi centigradi, rispetto ai livelli preindustriali, per evitare i cambiamenti climatici catastrofici;
  2. far sì che le emissioni globali di gas serra raggiungano il picco entro il 2015 per poi essere ridotte drasticamente, scendendo il più vicino possibile a ZERO entro il 2050;
  3. ridurre entro il 2020 le proprie emissioni almeno del 40% rispetto ai livelli del 1990;
  4. investire nei Paesi in via di sviluppo risorse finanziarie pari ad almeno 110 miliardi di euro all’anno (fino al 2020) per le attività di transizione verso le risorse rinnovabili, protezione delle foreste e adattamento ai cambiamenti climatici;
  5. bloccare la deforestazione, e le emissioni ad essa associate, in tutti i Paesi in Via di Sviluppo entro il 2020, e già entro il 2015 nelle aree prioritarie come l’Amazzonia, il bacino del Congo e la foresta del Paradiso in Indonesia;
  6. impedire che false soluzioni come l’energia nucleare e la cattura e lo stoccaggio della CO2 (CCS) diano diritto a sconti nella riduzione delle emissioni;
  7. includere i settori del trasporto aereo e marittimo, con emissioni elevate e crescenti, tra quelli soggetti alla riduzione delle emissioni di gas serra.

Via | Newsletter Greenpeace
Foto | Greenpeace