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G8 L’Aquila, Cina e India non vogliono pagare da sole per i cambiamenti climatici

9 luglio 2009 0 commenti

C’era da aspettarselo da Cindia che le risoluzioni da adottare da oggi al 2050 per la riduzione delle emissioni non sarebbero state accettate. Sono, India e Cina paesi in via di sviluppo, che bruciano energia per restare in competizione con l’altra metà del mondo. Dunque, le leggi del profitto basate sull’economia globale e il basso costo del petrolio si ritorcono contro quegli stessi paesi che le hanno messe in piedi nel corso degli ultimi 100 anni.

Un risultato, però, se non altro è stato portato a casa: per la prima volta nero su bianco la richiesta a tutti i partecipanti di prendere seriamente impegni affinchè la temperatura globale del pianeta non superi di 2 gradi centigradi quella attuale. L’obiettivo del controllo della temperatura lo si potrà raggiungere, però, a patto che tutti i paesi prendano parte alla riduzione delle emissioni di gas serra dal 50% all’80% entro il 2050 senza passare per quell’obiettivo intermediario che l’Unione Europea aveva fissato al 20% da qui al 2020.

Ma a non essere convinti delle risoluzioni sul clima proposte in questo G8 sono i G5 cioè i paesi in via di sviluppo: Cina, India, Sud Africa, Messico e Brasile che trovano che gli obiettivi proposti siano penalizzanti nei loro confronti, dopo che i paesi industrializzati hanno passato oltre 100 anni ad inquinare. La delegazione indiana stima che i paesi ricchi debbano definire, a tal proposito, un piano di finanziamenti per aiutare i paesi emergenti a sostenere le conseguenze di un cambio nella politica degli approviggionamenti energetici e dunque per tenere sotto controllo il riscaldamento globale entro i 2 gradi centigradi proposti. In fondo l’idea è quella che ognuno debba portare il suo fardello.

Via | Nouvelobs