Home » » ecoblog »

Allarme Cnr: la Pianura Padana d’estate è una camera a gas (e polveri sottili)

16 luglio 2009 0 commenti

La Pianua padana vista dall'alto

Il mix di caldo e afa unito all’intensa attività industriale, agricola, di allevamento e la presenza di una rete viaria complessa e alle alte montagne che la circondano rendono la Pianura Padana (nella foto una veduta dall’alto) una camera a gas in cui il particolato va oltre le soglie limite. Due i picchi nella stagione estiva: tra le 4 e le 8 del mattino e mezzogiorno e il primo pomeriggio. Il desolante quadro emerge dalle analisi effettuate dall’ Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Isac-Cnr) nella Base Sperimentale di S. Pietro Capofiume (Bologna). Risulta così che per i livelli di inquinamento, la Pianura Padana sia uno dei “punti caldi” in Europa.

Spiega Sandro Fuzzi responsabile della ricerca:

Uno dei risultati più immediati di questa campagna di misura è che il particolato di fondo nella Pianura Padana durante la stagione estiva risulta essere di natura prevalentemente secondaria. Circa il 75% delle polveri sottili non è emesso direttamente in atmosfera come tale, ma si forma per reazioni chimiche in aria, catalizzate dalla elevata radiazione solare. La produzione di aerosol secondari ha due picchi di inquinamento, uno tra le 4 e le 8 del mattino - dovuto alla formazione di nitrati originati dall’ossidazione degli ossidi di azoto - e l’altro nelle ore centrali della giornata, tra mezzogiorno e il primo pomeriggio. Si tratta di due tipi diversi e riconoscibili chimicamente di aerosol secondari. Il primo picco è dovuto alla formazione di nitrati originati dall’ossidazione di ossidi di azoto, il secondo alla conversione di composti organici volatili a particelle fini in condizione di intensa radiazione solare ed elevati livelli di ozono.

La precisione dei rilievi si è ottenuta grazie ad una strumentazione attualmente non ancora disponibile in Italia che comprende gli aerosol mass spectrometers che misurano la composizione chimica del particolato il che ha consentito di stabilire le sue variazioni legate ai parametri meteorologici.

Conclude Fuzzi:

La ricerca che consente di stabilire precisi legami clima-ambiente, ha importanti implicazioni dal punto di vista delle politiche di limitazione dell’inquinamento da polveri sottili, in quanto indica che è opportuno intervenire non solamente limitando le sorgenti dirette di particolato ma anche considerando, contemporaneamente, gli inquinanti gassosi precursori del particolato stesso. Inoltre, questi studi dimostrano che non siamo lontani dal momento in cui diventerà comune avere, assieme alle previsioni del tempo anche previsioni puntuali riguardanti l’inquinamento atmosferico.

Via | Comunicato stampa
Foto | Flickr