Inquinamento e clima: L’Africa a Copenaghen chiederà 3 miliardi di miliardi di dollari di indennizzi ai paesi ricchi
Ecco, si è svegliata l’Africa e ora chiede il conto con gli interessi: un indennizzo da 3 miliardi di miliardi di dollari da richiedere a tutti i paesi più ricchi. In sostanza l’Africa si sente parte lesa a causa delle copiose e continue immissioni di gas serra da parte dei paesi industrializzati, le cui conseguenze rappresentate dai cambiamenti climatici, colpiscono prevalentemente il continente nero con avanzamento della desertificazione, erosione delle coste, cambiamentro delle stagioni delle piogge e siccità.
La storica decisione sarà presa da tutti i rapprentanti dei Governi africani, finalmente riuniti per lo stesso obiettivo, sabato prossimo in Libia al vertice che si terrà domenica 30 agosto e a cui hanno fatto sapere non prenderanno parte né il Presidente Sarkozy né il Premier Putin mentre sarà presente il Premier Berlusconi. La delegazione africana, poi, presenterà la richiesta formale al vertice sul clima di Copenaghen che si terrà il prossimo dicembre.
Il diplomatico sudanese in questione si chiama Lumumba Di-Aping e è rappresentante aggiunto del Sudan presso le Nazioni Unite e ha calcolato che le compensazioni potrebbero corrispondere al 5% del PIL mondiale, pari a circa 3 miliardi di miliardi di dollari.
La notizia la riporta Radio Vaticana che scrive:
L’Africa, in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in programma in dicembre a Copenaghen, chiederà ai Paesi industrializzati miliardi di dollari di indennizzi. Lo ha previsto un diplomatico sudanese al termine di una riunione svoltasi ad Addis Abeba fra i delegati degli otto Stati che rappresenteranno l’Africa all’appuntamento mondiale dell’Onu in Danimarca sul surriscaldamento globale - dove dovrà essere approvato un nuovo trattato sulle emissioni di gas serra che sostituisca il Protocollo di Kyoto, in scadenza nel 2012 - e i suoi danni all’ambiente.
Spiega Radio Vaticana:
L’Africa - si legge in un documento ufficiale emesso al termine del vertice di Addis Abeba e ripreso dall’Osservatore Romano - è vulnerabile sul piano climatico e il compito di chi si occuperà dei negoziati per il trattato sul clima di Copenaghen deve fare in modo che i nostri interessi vengano tenuti in conto. Da circa un decennio, l’erosione costiera in Egitto è tale che il mare conquista ogni anno un centinaio di metri di terra. Perdurando questa situazione, il delta del Nilo rischia di scomparire, minacciando in modo irreversibile la produzione agricola di tutto il Paese nordafricano.
Ban Ki-moon, Segretario generale dell’Onu, intanto, ha fatto sapere che in questi giorni sarà in missione in Norvegia e poi in Artico per incontrare i team scientifici che stanno studiando i cambiamenti climatici. Mentre dal 31 agosto sarà a Ginevra alla Conferenza dell’organizzazione mondiale di Meteorologia.
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