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Pannelli fotovoltaici con capelli umani: è una bufala?

18 settembre 2009 0 commenti

capelli per pannelli fotovoltaici: una bufala? L’annuncio della notizia che un giovane 18enne nepalese ha inventato pannelli fotovoltaici usando per la conduzione elettrica capelli umani sta facendo il giro del Pianeta e sta scatenando perplessità e scetticismo. A mettere in dubbio la bontà dell’invenzione è Edward Craig Hyatt, ingegnere del software, che forte della sua tesi di Phd. in “Materiali organici per il fotovoltaico” ritiene che la notizia data sia una bufala: i capelli di certo, secondo le valutazioni di Craig, non possono condurre elettricità se non quella statica.

Le analisi di Craig, vale la pena sottolinearlo, non si basano sulla verifica diretta del pannello in questione ma sulla disamina delle foto e dei dati forniti da due articoli giornalistici, non divulgativi e non scientifici, pubblicati dal Daily Mail, che riporta le foto, e South Asian Media.

Nota, inoltre Craig, a proposito del fatto che si faccia riferimento nell’articolo originale all’uso di capelli umani disponibili in Nepal per pochi centesimi, che:

Queste affermazioni indicano che il dispositivo utilizza capelli umani direttamente, non purificati, con la melanina che invalida ulteriormente la domanda. La melanina non può essere elettricamente attiva, perché la cheratina è un isolante. Il capello umano è non conduttivo e non fotochimicamente attivo come dimostrano i miei articoli e i miei esperimenti.

Craig smonta anche le descrizioni fatte da un altra fonte, che scrive:

A differenza delle celle solari in commercio, abbiamo utilizzato capelli neri come componente principale nella nostra cella solare. Abbiamo sostituito il ponte di silicio con un capello naturale nero dove serve come principale agente per convertire la radiazione solare in energia elettrica. I capelli devono essere immersi in acqua salata (NaCl) così da diventare umidi, poiché i capelli secchi sono un cattivom conduttore.

Risponde, perciò Craig:

Ho il sospetto che gli studenti abbiamo preso spunto da un articolo comparso in rete nel 2007: Photoelectrochemical Properties of Melanin e questo studio non è poi mai stato pubblicato in nessuna rivista. A leggerlo si nota anche una certa confusione tanto che gli sperimentatori sembrano non conoscere la differenza tra una batteria e una fotocellula.

Craig, in sostanza, sospetta che in realtà i ragazzi abbiano proposto un pannello fatto con silicio su cui hanno messo sopra dei capelli arruffati per far credere al mondo di essere dei grandi inventori e che il giornalista del Daily Mail ci sia caduto in pieno:

Se è vero che la melanina può migliorare le proprietà fotovoltaiche dei coloranti organici, l’isolamento di melanina purificata, la produzione di coloranti di accompagnamento e l’instabilità di questi prodotti rende complesso l’utilizzo di melanina per la produzione di energia solare al momento. Dopo il mio personale test e le prove di riferimento, anche i capelli trasformati in un elettrolita come una soluzione di sale restano non conduttivi.

Dove sia la verità al momento nessuno lo sa. Magari se Mr. Craig riuscisse a esaminare il pannello allora davvero tutto risulterebbe più limpido.

Foto | Edward Craig Hyatt