La Apple lascia la Camera di Commercio Usa perché non difende abbastanza il clima
Dopo la Nike anche la Apple lascia la Camera di Commercio statunitense perché ritiene che non faccia abbastanza per proteggere la Terra dai cambiamenti climatici. Con l’azienda di Cupertino salgono a cinque le defezioni dalla Camera di Commercio, infatti anche PG&E, PNM Resources e Exelon hanno rassegnato le loro dimissioni. Cosa sta succendendo alle multinazionali americane? Botta di ecologismo? Il discorso è molto più legato all’economia di quanto si possa immaginare.
In pratica le grosse aziende hanno investito e stanno investendo cifre considerevoli per renderere più sostenibili e meno inquinante i loro processi produttivi. La Camera di Commercio statunitense, invece, ha ricusato la peroposta dell EPA, l’Agenzia per l’Ambiente di mettere un tetto alle emissioni inquinanti delle fabbriche. A dimostrarsi contraria a questa politica è stata la Nike che ha lasciato il consiglio di amministrazione, seguita ieri dalla Apple.
Ha dichiarato Tom Donohue presdiente della Camera di Commercio:
La Camera di commercio degli Stati Uniti continua a sostenere la legislazione federale e l’accordo internazionale vincolante per ridurre le emissioni di CO2 e per affrontare il cambiamento climatico.
Insomma, per Donohue viene fatto il possibile. In realtà sul piatto, dicevamo, ci sono investimenti milionari e come ha scritto Caterina Novelli, Vice President for Worldwide Government Affair, nella motivazione di dimissioni della Apple:
Avremmo preferito che la Camera avesse assunto una posizione più progressista su questa tematica cruciale e avesse svolto un ruolo costruttivo per affrontare la crisi climatica. Per quelle aziende che non possono o non vogliono fare la stessa cosa, Apple sostiene che la regolamentazione delle emissioni di gas serra è necessaria ed è frustrante sentirsi soli in questo sforzo.
Via | The Hill