Franchising e rifiuti, aprire un Ecopunto per il riciclo
L’idea di rendere business i rifiuti sta prendendo piede. La cosa non è nuova, i magazzini che acquistavano materiale dai robivecchi, incluso stoffe, batterie esauste e pentole rotte, erano presenti un po’ in tutta la penisola. L’idea nuova è stata rendere franchising questo genere di commercio semplice semplice: tu porti un chilo di lattine, vetro, plastica, carta o ferro in un Ecopunto è ti viene riconosciuto un pagamento variabile in base al materiale consegnato. Insomma, un sistema di incentivazione al non buttare nell’indifferenziato risorse preziose.
Il progetto di Recoplastica, dunque avanza lentamente ma inesorabilmente e cerca nuovi franchisor. Entrare in contatto con loro è semplice ed è sufficiente inviare una mail a franchising@recoplastica.com o cooperazione@recoplastica.com, mentre i requisiti richiesti sono:
- Il locale che ospita un negozio Ecopunto deve avere una superficie di almeno 150-200 mq, di cui 50 mq destinati alla parte commerciale ed il resto al magazzino;
- A parte eccezioni, la destinazione urbanistica deve essere artigianale o industriale;
- E’ essenziale che il posto si trovi su una strada trafficata o in una zona di passaggio per invogliare le persone a passare di lì per lasciare i propri rifiuti;
- Anche un parcheggio vicino aiuta ad attirare clienti, che si fermano volentieri se riescono ad appoggiare la macchina senza impazzire;
- Non si devono avere carichi pendenti cioè essere imputati in procedimenti penali;
- Essere disposti a seguire un corso di formazione che illustra il funzionamento dell’Ecopunto;
- Non avere preclusioni a lavorare in cooperazione.
Le spese da sostenere per l’apertura si aggirano intorno ai 10mila euro che comprendono le autorizzazioni, il corso di formazione e le royalties per il primo anno, mentre i guadagni si aggirano intorno ai 2000-2500 euro mensili.
Via | Recoplastica