Raccolta differenziata in Giappone con i post-it. Ma i rifiuti finiscono negli inceneritori
Il Giappone si sa è un paese organizzato e efficiente sotto molti punti di vista ma rispetto alla gestione dei rifiuti non sembra molto ben messo, almeno dal punto di vista della conservazione delle risorse e della tutela ambientale. Un punto decisamente a favore va alla soluzione adottata per indurre la gente a differenziare i rifiuti: l’uso di post-it per spiegare che nella busta il contenuto non è stato separato e dunque va pre-trattato prima di essere smaltito. Sul bigliettino c’è scritto:
Questa spazzatura non è stata differenziata in modo corretto. Differenziala in modo corretto e riprova.
In pratica, al momento del ritiro della busta, l’operatore della raccolta si è reso conto che i rifiuti non erano stati separati e ha applicato il post-it fuxia per avvisare il proprietario del sacchetto che non aveva eseguito il suo compito. La busta resterà dov’è finchè i rifiuti non saranno separati adeguatamente.
Se poi vi è un modo per risalire al proprietario del sacchetto, magari dall’indirizzo impresso su una busta o su un foglietto, allora il sacchetto viene portato al mittente per “costringere” in una certa maniera il proprietario a trattare separatamente i suoi rifiuti. Il criterio con cui però, sono separati è se sono bruciabili o meno, questo perché vanno a finire negli inceneritori, che lì si chiamano proprio così. Sono 1800 in tutto il Paese e bruciano oltre 50 milioni di tonnellate di rifiuti ogni anno. Il Giappone ha una sua raccolta differenziata ma è ancora troppo bassa considerata che la mentalità predominante è quella dello shopping a oltranza. Da qualche tempo a finire negli inceneritori anche la plastica.
Su Abc il documentario di Lynne Malcom sugli inceneritori di Tokio. Dopo il salto un video con gli esempi di rifiuti divisi in quelli da bruciare e quelli da non bruciare.
Via | DannyChoo