Roma, risollevata la quercia di 400 anni del Quadraro
Dopo 8 mesi in cui è stata poggiata al suolo come un animale ferito oggi, la quercia del Quadraro a Roma, è stata risollevata. L’albero ha 400 anni, ma non li dimostra, verrebbe da dire, tanta è stata la vitalità che l’ha sostenuta sino a oggi dopo che il 29 marzo fu colpita da un fulmine. Dunque la volontà degli abitanti del quartiere e l’amore da sempre nutrito verso questo “patriarca” hanno permesso che si realizzasse questa impresa.
L’Assessore Regionale all’Ambiente Filiberto Zaratti e il consigliere del VI municipio Fabio Piattoni, hanno commentato così il risollevamento avvenuto stamane:
La Regione ha stanziato circa 15.000 euro per il risollevamento, mentre il Comune ha messo a disposizione i tecnici del servizio giardini nella fase di valutazione della fattibilità dell’operazione. Questa operazione dimostra che quando c’è la volontà di preservare il patrimonio arboreo metropolitano ciò è possibile e speriamo che il risollevamento della Quercia del Quadraro sia il primo passo verso la protezione più generalizzata di tutti gli alberi della città di Roma.Siamo intervenuti immediatamente per salvare la storica quercia anche in ragione del fatto che l’evento aveva scatenato un profondo senso di sgomento soprattutto tra gli abitanti storici del Quadraro. In primo luogo abbiamo avviato delle trattative propedeutiche all’intervento di salvataggio con i proprietari dei terreni che si sono rivelati sensibili alla disgrazia ambientale e disponibili alla collaborazione. Subito dopo abbiamo attivato il Dipartimento del Territorio e il Compartimento Conservazione Foreste della Regione Lazio, al fine di mettere a disposizione non soltanto le risorse economiche per le operazioni di recupero, conservazione e risollevamento, ma anche per tutte quelle esigenze di carattere consultivo e tecnico-scientifico per valutare al massimo della certezza la fattibilità dell’intervento e la valutazione delle probabilità di riuscita.
Ma come ha potutto sopravvivere la quercia in tutti questi mesi? Lo spiega Antimo Palumbo:
E’ grazie infatti alle grandi e resistenti putrelle di ferro del ripostiglio (antico edificio abitato da storici personaggi del quartiere) sul quale è caduta che è riuscita a sopravvivere e a non sradicarsi completamente. Una parte dell’apparato radicale è così rimasta salda e sana e ha fatto si che, dopo aver compartimentato una parte delle ferite subite, mettesse in moto tutti i suoi strumenti di autodifesa. Ricordo che, come per gli umani, anche gli alberi hanno un forte senso di autoconservazione e di controllo. Se un albero ha terra, sole ed acqua difficilmente cade, e se lo fa (perché gli uomini lo hanno danneggiato tagliandogli le radici, capitozzandolo ed infettandolo con patogeni, funghi e carie) è l’ultima cosa che vorrebbe fare su questo pianeta, perché per lui significa la morte.
Via | Comunicato stampa Assessorato ambiente Regione Lazio
Foto | Assessorato ambiente Regione Lazio