Fotovoltaico, terminerà l’era del silicio e arriverà la pirite?
L’annuncio promette una vera e propria rivoluzione nel settore fotovoltaico: pirite, o l’oro degli sciocchi, al posto del silicio. La notizia viene data da un gruppo di scienziati della University of California-Berkeley e dalla NLV società svizzera che appunto sta sviluppando pannelli solari a base di pirite, un metallo particolarmente abbondante che darebbe celle solari più sottili e molto, ma molto, meno costose. In teoria, la pirite assorbe più lunghezze d’onda della luce utilizzando una frazione del silicio. In pratica la prestazione si ferma al 3% anche se ora con le nanotecnologie sembra che la fattibilità del progetto possa davvero essere migliorata.
Ha detto Cyrus Wadia uno degli studiosi che segue il progetto per la Berkeley:
Questa analisi è veramente una miscela di fisica dei semiconduttori e analisi economica delle risorse naturali. Oggi se tirassimo fuori tutto l’indio o il silicio avremmo comunque un limite di generazione dell’energia solare.
Riferisce Wadia che le cellule migliori in pirite, per ora, possono convertire solo circa il 3 per cento della luce che li colpisce in energia elettrica, un numero che non è cambiato molto partire dagli anni ‘80. Ossido di indio e stagno, silicio, arsenides gallio e altri materiali utilizzati per costruire i pannelli solari in grado di raggiungere molte volte che l’efficienza. Perciò Wadia con il suo gruppo di ricerca si è concentrato su altri 23 materiali presenti sulla crosta terrestre.
Ha detto Wadia:
Non possiamo cambiare la geologia della Terra, perciò dobbiamo cercare i materiali più abbondanti, poichè allo stato attuale siamo in grado di mettere a malapena l’energia solare nelle mani di un milione di persone figuriamoci se dovessimo rifornirne 6 miliardi!
La soluzione? Wadia pensa di aver risolto questo problema utilizzando nanocristalli. Manipolando pirite a livello atomico e integrando cadmio è stato possibile aumentare il numero di lunghezze d’onda che la cella solare in pirite è in grado di catturare. Per ora, comunque, i due prototipi di Wadia possono convertire solo l’ 1,6 per cento della luce che li colpisce in energia elettrica. Wadia non è l’unico scienziato a guardare alla pirite. NLV con la casa automobilistica svedese Koenigsegg ha messo su una concept-car come la Quant che monta strati multipli di celle solari che sono in grado, dichiarano, di convertire il 50 per cento di tutta la luce che li colpisce in energia elettrica.
Via | Discovery
Foto | Regione Emilia Romagna