Cambiamenti climatici inesistenti dopo la vìolazione della mail del CRU da parte di hacker?
Secondo molti scettici dei cambiamenti climatici è bastata la violazione da parte di hacker di diverse caselle di posta elettronica per mettere in discussione il riscaldamento globale e tutte le nefaste conseguenze previste dall’IPCC. Se davvero così fosse, se davvero sul Pianeta Terra non si sta verificando nessun cambiamento di clima né di origine naturale, né di origine antropogenica, ebbene ci sarebbe da arrabbiarsi sul serio con gli scienziati che fino a oggi hanno sostenuto appunto questa tesi.
Ma veniamo ai fatti e al primo sospetto: mancano poco meno di 14 giorni al vertice di Copenaghen, quello presso cui tutti i leader mondiali cercheranno accordi per la riduzione delle emissioni di CO2, che appunto salta fuori questa novità, cioè che i cambiamenti climatici non esistono. Le mail, che attesterebbero appunto che il global warming sia frutto di una manipolazione scientifica sono quelle inviate tra vari scienziati tra il 1996 e pochi giorni fa. Il server violato il 20 novembre è quello del Climatic Research Unit, CRU, della University of East Anglia.
Scrive Real Climate:
Tuttavia, queste e-mail (presumibilmente una selezione accurata di (eventualmente modificate?) una corrispondenza risalente al 1996 e fino al corrente 12 novembre) sono state ampiamente diffuse e quindi richiedono qualche commento. Alcuni di esse ci coinvolgono (l’archivio comprende la prima e-mail RealClimate inviata ai colleghi) e includono le discussioni che abbiamo avuto con il CRU su argomenti relativi alla registrazione della temperatura di superficie e a alcune questioni legate al paleoclima.
Però a leggere le mail, (le trovate qui) non viene fuori nessun complotto mondiale sul voler spingere opinione pubblica e politica verso una teoria del riscaldamento globale. Anzi, ci sono scienziati che si mostrano guardinghi e scettici verso la lettura di alcuni dati e spesso le discussioni in merito sono accese. Il che, fa intuire, che il mondo accademico, rispetto alla teoria dei cambiamenti climatici, è piuttosto dinamico e non sempre tutti sono concordi sui medesimi risultati.
Di opinione diametralmente opposta Guido Guidi che va cauto ogni qualvolta si parla di clima e su climate monitor scrive:
Mancherebbero, secondo loro, quelle prove inoppugnabili di complotti globali pro AGW, di manipolazione dei dati o di occultamento degli stessi che l’agguerrita minoranza del mondo scientifico per nulla convinta della teoria AGW continua ad ipotizzare da anni. E poi ancora, sempre dalla stessa firma, scopriamo anche che screditare i propri avversari -scientifici per carità- è solo un problema di educazione e dell’allegra assenza di formalismi che contraddistingue questi rudi uomini di scienza. Uno strano modo di affrontare il problema, che però sgombra ogni dubbio dall’incertezza sull’autenticità dei dati. Però sono chiacchiere, svelano ciò che molti sapevano già, cioè che quello della scienza del clima è un territorio altamente politicizzato, inquinato dall’ideologia e governato da quattro gatti. Per cui d’ora in poi quando sentiremo parlare di consenso, dovremo capire che non c’è un alto numero di esperti che concorda sul fatto che il fattore antropico sia predominante, quanto piuttosto che c’è un alto numero di esperti che concorda con quello di cui i felini di cui sopra sono convinti, perché diversamente si incontrano serie difficoltà ad entrare nel giro che conta, a pubblicare i propri lavori, ad ottenere in fin dei conti le credenziali necessarie per rappresentare ad esempio il proprio paese nelle assise scientifiche internazionali. Non credo sia la stessa cosa.
E a un certo punto, clima e ambiente sembrano essersi fusi nel medesimo problema, anche se appare evidente che sappiamo molto più dell’ambiente che non del clima. Intanto varrebbe la pena di tornare a distinguere i due problemi e forse concentrarsi maggiormente sulle responsabilità antropogeniche sull’ambiente, tra la futura fine del petrolio (picco o non picco, finirà, mettiamocelo nella zucca) e le conseguenze devastanti dell’inquinamento causato anche dalle emissioni di Co2: non sarebbe il caso di darsi una regolata e di smetterla di sfruttare così impunemente le risorse del Pianeta?
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