API ALLA RISCOSSA NELLA GIORNATA DELLA TERRA
Giungono buone notizie dagli alveari nonostante l’inverno decisamente rigido, dopo che nello scorso anno si è verificata un riduzione variabile dal 30 al 50 per cento del patrimonio apistico nazionale ed europeo. Durante un incontro di apicoltori di tutta Italia è emersa la sensazione che le famiglie di api, dopo i freddi invernali, siano più forti rispetto allo scorso anno, che ci sia una maggiore presenza di covata e soprattutto che non sembri riscontrarsi alcuna moria di insetti così come avvenuto negli anni passati.
Anche se appare prematuro parlare di inversione di tendenza del fenomeno che ha visto decimate in Italia e nel mondo le popolazioni di api, sembra delinearsi un “sentiment” positivo, in considerazione del fatto che valutazioni confortanti sugli effettivi degli insetti vengono anche dalle regioni interessate dalla coltivazione del mais, dove si erano registrate pesanti morie di api.
E’ comunque necessario intensificare la ricerca sulle cause della scomparsa delle api, perché se è vero che secondo il giornale britannico Economist sono tornate le api tra i mandorli in fiore della California è altrettanto vero che nel Regno Unito – secondo il Welcome Trust, importante centro non governativo di ricerca biomedica – la popolazione delle api è diminuita in modo costante (tra il 10 e il 15% in due anni) e un consorzio di cui fa parte lo stesso Welcome Trust, il Ministero dell’Ambiente britannico e altri enti, ha stanziato 14,5 milioni di dollari per studiare questa emergenza.
Prodotti come mele, pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, castagne, ciliegie, albicocche, susine, meloni, cocomeri, pomodori, zucchine, soia, girasole e, colza dipendono completamente o in parte dalle api per la produzione dei frutti. Ma le api sono utili anche per la produzione di carne con l’azione impollinatrice che svolgono nei confronti delle colture foraggere da seme come l’erba medica e il trifoglio, fondamentali per i prati destinati agli animali da allevamento. Anche la grande maggioranza delle colture orticole da seme, come l’aglio, la carota, i cavoli e la cipolla, si può riprodurre grazie alle api.
Il fenomeno dello spopolamento, comune in molti continenti a partire dagli Stati Uniti e dall’Europa, viene denominato “Colony Collapse Disorder” (CCD) e ha avuto effetti gravi anche in Italia dove c’è una popolazione stimata in circa 50 miliardi di api in oltre 1 milione di alveari che offrono un valore del servizio di impollinazione alle piante agricole lungo tutto lo Stivale stimato pari a 2,5 miliardi di Euro all’anno.