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TRIPLICANO LE RINNOVABILI AGRICOLE IN 10 ANNI

29 aprile 2009 0 commenti

La produzione di energia rinnovabile proveniente dall’agricoltura italiana è destinata a triplicare nei prossimi dieci anni con circa centomila posti di lavoro disponibili. Lo sviluppo delle energie rinnovabili prodotte nelle campagne italiane raggiungerà nel 2020 una percentuale dell’8 per cento del totale, rispetto all’attuale 2 per cento, per un totale di 15,5 milioni di tonnellate petrolio equivalente (MTEP) prodotte. Con oltre il 70 per cento il maggiore contributo viene dalle biomasse combustibili provenienti dal legno, dalle colture erbacee, dai residui agroalimentari e dai reflui degIi allevamenti, ma non trascurabile è il contributo dei carburanti con il 20 per cento, mentre il restante 10 per cento è ottenuto attraverso solare, eolico ed idroelettrico. Si tratta di una tendenza coerente con gli orientamenti espressi nella dichiarazione formulata dai Ministri agricoli degli otto Paesi piu’ sviluppati al recente G8 agricolo di Treviso dove si sostiene che “la produzione di energia rinnovabile da biomasse, deve essere aumentata in modo sostenibile attraverso una combinazione bilanciata delle necessità delle politiche energetiche con la produzione agricola, in modo da fornire una risposta ai nostri fabbisogni energetici, economici, ambientali, agricoli e, allo stesso tempo, non compromettere la sicurezza alimentare. Le politiche dovrebbero incoraggiare una produzione e un consumo di bio-carburante sostenibile per l’ambiente, promuovendone i benefici e riducendo qualunque potenziale rischio, con una forte attenzione per lo sviluppo e la commercializzazione di bio-carburanti di seconda generazione, secondo gli orientamenti della Dichiarazione della Conferenza di Alto Livello sulla Sicurezza Alimentare Mondiale di giugno 2008”. In Italia una spinta alla produzione di energia da biomasse è attesa dal decreto attuativo del cosiddetto collegato alla finanziaria 2007 (legge 29 novembre 2007, n. 222) che il Ministero delle Politiche Agricole sta per emanare completando così il quadro dei finanziamenti espressamente rivolti alla produzione di energia elettrica mediante l’impiego delle biomasse agricole e forestali. Il provvedimento era da tempo atteso dalle imprese agricole perchè riguarda, in particolare, l’introduzione di un meccanismo incentivante (una tariffa omnicomprensiva di 0,30 €/kW in “conto energia” e un moltiplicatore del valore dei certificati verdi di 1,8) destinato all’energia elettrica generata attraverso l’impiego di biomasse di origine agricola ottenute nell’ambito di intese di filiera o di filiera corta ( 70 km di distanza tra luogo di produzione della biomassa e luogo di trasformazione energetica). La definizione territoriale della filiera corta ( 70 km) rappresenta un criterio strettamente legato alla sostenibilità ambientale perché garantisce la riduzione delle emissioni da trasporto che caratterizzano i grandi impianti alimentati con biomassa importata e ottenuta in modo non sostenibile (deforestazione, sostituzione di coltivazioni a fini alimentari, ecc.). L’emanazione del decreto, inoltre, mette fine all’annosa questione della cumulabilità degli incentivi, andando a completare le prescrizioni normative che rendono l’accesso alla tariffa incentivante, da parte di impianti di proprietà di aziende agricole, agroalimentari, di allevamento e forestali, alimentati a biomasse e biogas, cumulabile con altri incentivi pubblici di natura nazionale, regionale e locale o comunitaria in conto capitale o in conto interessi con capitalizzazione anticipata non eccedenti il 40 per cento del costo di investimento.