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In Italia fuga da metropoli ( – 10.714 abitanti) verso piccoli comuni (+ 65.794 abitanti)

10 maggio 2010 0 commenti

E’ in atto una fuga dalle metropoli verso i piccoli comuni giustificata dal fatto che oltre la metà degli italiani vorrebbe abitare in uno di 5.709 comuni italiani con meno di cinquemila abitanti, alla ricerca di una migliore qualità della vita grazie ad una maggiore sicurezza sociale, alla buona alimentazione, ad un ambiente più sano e alla semplicità nel costruire rapporti personali più duraturi, ma anche alla possibilità di esprimere al meglio la propria creatività.

La tendenza in oggetto è confermata dalla realtà, che dimostra l’esistenza di un processo in atto di “fuga” dalle sei metropoli italiane con piu’ di 500mila abitanti: in esse si registra infatti una riduzione della popolazione di 10.714 unità mentre cresce quella dei piccoli comuni con meno di cinquemila abitanti dove, secondo una analisi sul bilancio demografico dell’ Istat al primo gennaio 2009, in un anno ci sono stati 65.794 residenti in più. Attualmente quindi nei  piccoli comuni vivono oltre dieci milioni di italiani (10.397.438), mentre solo poco piu’ di sette milioni (7.163.142) hanno scelto le grandi metropoli. Nei piccoli comuni il saldo naturale tra nati e morti è fortemente negativo ma è stato compensato da un forte flusso migratorio che ha determinato la crescita delle presenze, a differenza di quanto è avvenuto nelle grandi metropoli dove oltre al saldo naturale tra nati e morti si è verificato un consistente flusso migratorio in uscita.

La passione per il “piccolo” è testimoniata anche dai molti stranieri illustri amanti dell’Italia che hanno scelto come “buen retiro” i piccoli centri del nostro Paese (George Clooney, Mick Hucknall, etc.).

Si tratta di un patrimonio del Made in Italy che deve essere sostenuto con un modello di sviluppo che si impegni a recuperare in queste aree i troppi ritardi infrastrutturali potenziando in particolar modo i servizi offerti, con interventi che vanno dalle tecnologie informatiche alle scuole, dagli ospedali alle poste fino ai presidi istituzionali per garantire la sicurezza dei cittadini nei confronti della criminalità, per valorizzare una straordinaria risorsa, che può diventare la forza sociale ed economica di una nuova fase di crescita.