Home » Stefano Masini » Agricoltura »

OGM: IL BIOTECH IN EUROPA FA FLOP (- 3 % SEMINE NEL 2010)

25 febbraio 2011 0 commenti

Calano del 3 per cento i terreni seminati con organismi geneticamente modificati (ogm) in Europa nel 2010 a conferma della crescente diffidenza nei confronti di una tecnologia che gli agricoltori europei stanno abbandonando, anche nei Paesi dove è ammessa, poiché nel coltivare prodotti transgenici non c’è neanche convenienza economica. Si evince dal Rapporto annuale 2010 dell’ “ International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications” (ISAAA), da cui emerge che la superficie ogm in Europa nel 2010 si è ridotta a 91.643 ettari dei quali 91.193 coltivati a mais bt e 450 con patata “amflora” da seme autorizzata nel corso dell’anno dall’Unione Europea. Su un totale di 27 paesi dell’Unione Europea solo in 8 sono stati coltivati prodotti Ogm ed in particolare in cinque paesi è stato seminato solo mais (Spagna dove si trova quasi l’80 per cento del terreno seminato con ogm in Europa, Romania, Slovacchia, Portogallo e Polonia), in due solo patata (Germania e Svezia) e in Repubblica Ceca sia il mais che la patata.

Sembra irreversibile dunque il trend negativo che aveva già portato nel 2009 ad una riduzione delle semine biotech in Europa con 94.750 ettari coltivati in calo del 12 per cento rispetto all’anno precedente. Il fatto che, anche dove è possibile la coltivazione, gli agricoltori riducano le semine è la concreta dimostrazione che per gli ogm attualmente in commercio non c’è quella miracolosa convenienza economica che le multinazionali e i loro “tifosi” propagandano. Tutt’altro, a tredici anni dalla loro introduzione in Europa, le coltivazioni biotech sono in calo per il secondo anno consecutivo e rappresentano appena lo 0,05 per cento perché, di fatto, non sono riuscite a trovare un mercato, vista la persistente contrarietà dei consumatori ad acquistare prodotti geneticamente modificati. Una contrarietà giustificata dai crescenti dubbi sul piano sanitario e ambientale che dà valore alla scelta lungimirante fatta dall’Italia per un agricoltura libera da ogm.

D’altronde alla richiesta di preferenza fra alimenti OGM e non, la grande maggioranza degli italiani ritiene che i prodotti alimentari contenenti organismi geneticamente modificati siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali.

Gli Ogm spingono verso un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy.  In Italia, per la conformazione morfologica dei nostri terreni e le dimensioni delle nostre aziende, non sarebbe possibile evitare le contaminazioni e sarebbe violata  la libertà della stragrande maggioranza degli agricoltori e cittadini di avere i propri territori liberi da ogm.