Sicurezza e decoro in città
I sindaci delle nostre città sono giustamente preoccupati di garantire il decoro urbano e la sicurezza dei cittadini, al punto di farne una priorità delle loro azioni.
Che le nostre città siano insicure lo dicono delle cifre inequivocabili. Ogni anno in Italia muoiono circa 5.000 persone in incidenti stradali; circa la metà degli incidenti mortali avviene nelle città. Ogni anno in Italia circa 20.000 pedoni vengono investiti. Il triste primato spetta di gran lunga a Roma, seguita da Milano, Torino, Brescia, Napoli e Bari.
Come se ciò non bastasse, un recente studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ci informa che circa 8.000 persone muoiono ogni anno in Italia per malattie riconducibili all’inquinamento da traffico motorizzato. Complessivamente 13.000 persone ogni anno vengono immolate al primato incontrastato dell’automobile. Tutti ci siamo giustamente commossi di fronte alla morti dei 60 militari italiani caduti in missione all’estero dal 2000 ad oggi. Nello stesso periodo l’automobile ha ucciso in Italia più di 100.000 persone, piante solo dai loro familiari.
Che il decoro poi lasci largamente a desiderare è sotto gli occhi di tutti; piazze e strade dei nostri centri storici sono invasi di lamiere colorate: automobili ferme dovunque, in doppia fila, sui marciapiedi, sugli attraversamenti pedonali; gli spazi dei già angusti marciapiedi utilizzati per la sosta di moto e motorini.
Vi aspettereste che i sindaci delle nostre città stiano finalmente decidendo di ripristinare almeno il rispetto di regole elementari di civiltà, come avviene in tutte le altre città del mondo; che abbiano cominciato a preoccuparsi di limitare questa strage continua. Niente di tutto questo. I vigili urbani sono assai più impegnati a perseguire venditori di collanine che violano le “sacre leggi del commercio” usando con essi la massima severità. Quando vedono auto in doppia fila fischiano a perdifiato per invitare gli automobilisti a spostarle evitando le multe, usando con essi la massima tolleranza. Di fronte al Tribunale di Roma, sotto gli occhi dei vigili urbani, ogni mattina un posteggiatore abusivo fa ordinatamente parcheggiare le auto di avvocati e loro clienti sul marciapiedi; ed i pedoni, per raggiungere la vicina fermata dell’autobus sono costretti a camminare sulla sede stradale a loro rischio e pericolo. E poi quanti semafori pedonali su arterie trafficate costringono a tempi lunghissimi di attesa, a volte frammentati in due, tre intervalli di attraversamento!
A Roma è stata emanata una ordinanza per eliminare i lavavetri dai semafori! E ciò segue quanto fatto in altre città. Questa è la percezione del decoro e della sicurezza che hanno gli amministratori delle nostre città, che evidentemente percorrono solo nelle corsie preferenziali, a bordo delle loro auto blu. Se è vero che a volte i lavavetri sono troppo insistenti, è pur vero che non nuocciono a nessuno e a volte, quando il parabrezza è imbrattato dallo smog, sono anche utili. Peccato che non possano rimuovere lo smog anche dai nostri polmoni! E poi questo “pericoloso” esercito di poveracci armati di secchio e spazzolone cosa faranno per vivere?
Questa volta l’utopia che vi propongo è molto modesta; mi accontenterei che i nostri sindaci si accorgessero delle priorità vere dei cittadini, che si accorgessero che la minaccia alla sicurezza e al decoro viene da chi guida le automobili e non da chi ne pulisce i vetri. Basterebbe iniziare a far rispettare le regole che già esistono, come avviene in tutte le altre città del mondo. Poi creare nuove aree pedonali, piste ciclabili, parchi, corsie preferenziali per i mezzi pubblici, metropolitane. Basterebbe che i parcheggi sotterranei o a silos che si stanno realizzando in molte città, non siano aggiuntivi ma sostitutivi della sosta in superficie, cioè che quest’ultima fosse del tutto vietata fluidificando il traffico e liberando spazi per pedoni e biciclette.
Come vedete basterebbe solo un po’ di normalità e un briciolo di intelligenza per cambiare l’aria e l’aspetto delle nostre splendide città.
Alla prossima utopia