Croci, crocifissi e farisei
Più di un milione e mezzo di disoccupati; persone che avevano a fatica iniziato a costruirsi una vita e a formare una famiglia, vedono vanificati tanti sacrifici. Ed ancora, quanti giovani passando da un contrattino a termine all’altro non trovano nemmeno il coraggio di formarla una famiglia? E quanti, dopo un titolo di studio ottenuto con il sacrificio economico dei genitori, continuano a collezionare corsi di formazione professionale o diplomi post laurea in attesa di trovare un lavoro qualsiasi? Quante tragedie piccole e grandi in questo mondo che mercifica tutto, le cose, la natura, la vita, l’amore, le persone! Quante croci addosso a questa umanità che guarda al futuro con turbamento ed apprensione!
E quanti poveracci inchiodati a queste croci, quanti buchi nelle vene di siringhe che uccidono come chiodi sulla croce; e quel miliardo di uomini, donne e bambini crocifissi dalla fame e dall’odio. E quei bambini strappati alle strade violente di Rio e deportati in Italia, derubati del loro corpo e della loro anima, per il godimento del riccone o del potente di turno. Quegli immigrati che scappano dalla miseria e muoiono inghiottiti dal mare o dall’indifferenza. Quei bambini africani che muoiono senza avere neanche un nome da scrivere sulla loro croce perché mai iscritti all’anagrafe. E molto lunga sarebbe ancora questa lista. Non c’è bisogno di essere cristiani per capire cosa è la croce, chi sono i crocifissi e chi li ha inchiodati a quelle croci.
Quel povero uomo di Nazareth di 2000 anni fa, che lo consideriate o meno figlio di Dio non importa, ad inchiodarlo furono i farisei, “sepolcri imbiancati, lindi e puliti all’esterno e dentro pieni di ossa e di ogni putredine”, ed oggi sono sempre loro, sotto le spoglie di odierni paladini della cristianità di cui è piena la nostra politica, gli stessi che organizzano festini orgiastici, o istigano all’odio verso i poveracci e gli immigrati, quelli dei respingimenti e delle guerre contro i lavavetri e gli zingari. Quelli che vedono solo il denaro, quello proprio, in nome del quale tutto è in vendita, anche la vita della gente, anche se i danari sono solo 30.
Ma non sono soli; a loro si affiancano come allora i dottori della legge, che accecati dai loro formalismi non sanno più vedere questa foresta di crocifissi in carne ed ossa che sanguinano sangue vero.
Allora l’utopia di oggi può essere una sola. Sogno che nelle aule dove si educano i ragazzi, dove si prepara la società del futuro, siano presenti nelle parole di chi insegna questi crocifissi in carne ed ossa; e che siano presenti anche nei luoghi pubblici, soprattutto quelli della politica, dove si può decidere se togliere o aggiungere un chiodo a queste croci vere. Allora non avrà nessuna importanza la presenza o meno di un crocifisso di legno o metallo, impolverato, su un muro.
Alla prossima utopia.