Il clima che cambia : fatti, storie e persone.
Il Direttore Generale della FAO Jacques Diouf aprendo a Roma il vertice sulla Sicurezza Alimentare, ha dichiarato che ormai il numero delle persone affamate ha raggiunto il miliardo e che ogni 30 secondi muoiono di fame 5 bambini. Ha aggiunto Diouf che con queste difficili premesse dobbiamo prepararci a sfamare nel 2050 9,1 miliardi di persone e per far ciò è necessario aumentare del 70% la produzione mondiale di cibo; è tutto ciò è aggravato dai cambiamenti climatici. Anche il Papa Benedetto XVI nel suo intervento ha sottolineato il legame fra fame e cambiamenti climatici.
Il Forum Internazionale organizzato a Viterbo da Greenaccord dal 25 al 29 novembre, con il titolo “Il clima che cambia : fatti, storie e persone”, vuole proprio mostrare l’urgenza di interventi efficaci per arginare gli effetti peggiori dei cambiamenti climatici in atto. Testimoni, in prevalenza agricoltori e pescatori di paesi in via di sviluppo, illustreranno le crescenti difficoltà della loro attività di produttori di cibo, causate da cambiamenti climatici già gravi nei loro paesi. Alla presenza di 120 giornalisti provenienti da tutto il mondo rivolgeranno il loro allarme in particolare ai rappresentanti delle nazioni che si riuniranno a Copenhagen all’inizio di dicembre, unendo la loro voce a quella di scienziati di fama internazionale che saranno presenti al Forum.
Tutti i presenti al Forum di Greenaccord sottoscriveranno un memorandum che verrà consegnato a Rajendra Patchauri, premio Nobel per la pace e Presidente dell’IPCC (l’organismo dell’ONU che coordina gli studi sui cambiamenti climatici), in cui si chiede di non perdere altro tempo e definire una road map concordata e vincolante per una completa decarbonizzazione dell’economia entro il 2050. Questa iniziativa è quanto mai opportuna nel momento in cui il presidente USA Obama, a conclusione del vertice dei paesi del Pacifico, pur ribadendo la sua determinazione nella lotta contro i cambiamenti climatici, dichiara con il presidente della Cina Hu Jintao che Copenhagen non sarà il luogo della firma di un nuovo accordo di riduzione delle emissioni, ma solo una nuova importante tappa di avvicinamento.
Non vorrei che nel 2050, i nostri figli e nipoti, trovandosi su un pianeta abitato da oltre 9 miliardi di persone e devastato dalla fame e dai cambiamenti climatici, rileggendo i rapporti scientifici di oggi, il discorso del Direttore Generale della FAO e del Papa, si chiedano, a cosa pensavamo e perché non abbiamo fatto nulla quando tutto ciò che sarebbe successo era già chiaro.
L’ex presidente USA Bush non ha mai voluto ratificare accordi vincolanti sulla riduzione delle emissioni sostenendo coerentemente che non credeva che i cambiamenti climatici dipendessero dall’uomo. Allora l’utopia di oggi è come sempre semplice, addirittura banale. Se tutti concordano, come mai è accaduto prima, sulla gravità e sull’urgenza di prendere provvedimenti forti e vincolanti, vorrei che agiscano coerentemente durante il vertice di Copenhagen, perché ogni anno perso rende più complicata la soluzione e molti effetti, come lo scioglimento dei ghiacciai, sono già irreversibili.
Se le azioni richieste possono apparire difficoltose, il non agire potrebbe diventare addirittura drammatico, anzi già lo è oggi; se è vero ciò che ha detto il Direttore Generale della FAO Jacques Diouf, mentre leggevate quest’articolo sono morti di fame almeno altri 50 bambini.
Alla prossima utopia.