Per Natale, regaliamoci un clima migliore
Nelle dichiarazioni che hanno preceduto l’avvio della Conferenza di Copenhagen, c’è ormai consenso corale dei capi delle nazioni di tutto il mondo, ai quali si è unita alta la voce di Papa Benedetto XVI, sul fatto che i cambiamenti climatici siano una emergenza planetaria di gravità senza precedenti, per la quale si devono prendere provvedimenti urgenti ed efficaci. Nemmeno la brutta storia dei dati artefatti da alcuni scienziati, subito pretestuosamente sfruttata da chi irresponsabilmente vorrebbe ritardare un accordo globale, può scalfire il coro degli scienziati, che addirittura registrano impatti che procedono più velocemente di quanto previsto dagli stessi rapporti dell’IPCC.
Durante il Forum “Il clima che cambia” organizzato da Greenaccord a Viterbo nell’ultima settimana di novembre, la Prof.ssa Joellen Russell, dell’Università dell’Arizona, ci ha descritto come le correnti calde oceaniche si stanno spostando sempre più verso il polo sud accelerando lo scioglimento dal basso dei ghiacci antartici, anche se in atmosfera non si registra in Antartide un innalzamento di temperatura. Ciò comporta un apporto di acqua negli oceani enorme, dell’ordine di 150.000 metri cubi al secondo, superiore al flusso di tutti i fiumi del pianeta, che sta modificando pesantemente il modello di circolazione oceanico fino ad oggi considerato.
Sempre durante il forum di Greenaccord, Leena Srivastava, Direttrice Esecutiva del TERI, l’istituto diretto da Rajendra Pachauri, Presidente dell’IPCC, ha sottolineato che, se anche annullassimo le emissioni oggi, la temperatura della Terra continuerebbe a salire a causa dei gas emessi nei decenni passati, e senza provvedimenti drastici di riduzione raggiungerà valori confrontabili con quelli esistenti 125.000 anni fa, con la differenza che allora la biosfera era in perfetta salute, ospitando solo qualche decina di milioni di esseri umani che avevano un impatto pressoché nullo su di essa, mentre già oggi, risulta enormemente più vulnerabile a causa dell’azione dei 6,5 miliardi di esseri umani che la popolano.
Janet Larsen, dell’Earth Policy Institute, ci ha parlato dell’influenza negativa del riscaldamento globale sulla produzione alimentare, che renderà difficile far fronte ai bisogni dei 9,1 miliardi di persone che nel 2050 abiteranno la Terra e che già oggi in paesi come la Cina, l’India e il Brasile, si muovono in direzione di una dieta sempre più ricca di carne che richiede molta più terra agricola di una dieta più vegetariana e provoca molte più emissioni di gas serra.
Ci avviamo quindi verso un futuro difficile, che per alcuni che vivono in aree ecologicamente ed economicamente più vulnerabili è già presente. Grazie alle loro testimonianze i cambiamenti climatici sono passati dalla freddezza dei dati alla familiarità delle vicende umane. Hanno gli occhi smarriti e il volto allarmato del contadino africano che vede scomparire i ghiacciai del Rwenzori e semina i suoi campi con l’angoscia di non sapere più come andrà la pioggia. Hanno il dolore dell’allevatrice della Mongolia che ha visto in pochi anni scomparire il lago e le sorgenti dove si abbeverava il suo bestiame. Hanno lo sguardo penetrante del contadino che ha il suo campo lungo la costa dell’Oceano Indiano e guarda con apprensione l’orizzonte di quel mare che non aveva mai visto come una minaccia e che oggi, anno dopo anno, centimetro dopo centimetro divora la sua terra. Hanno il volto e la voce del subacqueo che vede il corallo sbiancare in un pallore di morte. Cosa hanno in comune persone così diverse, che vivono in posti tanto lontani fra loro? Il coraggio e la determinazione di non rassegnarsi alla distruzione del loro ambiente e della loro vita.
Loro tutti ci mostrano cosa sono veramente i cambiamenti climatici, cosa sono gli impatti, cosa potrà essere il futuro di tutta l’umanità se non raccogliamo il loro messaggio e non ci mettiamo in marcia anche noi con loro. Ma ci danno anche una enorme responsabilità: non lasciare cadere il loro appello solo perché magari viviamo in posti più sicuri. Greenaccord lo ha consegnato il 3 dicembre scorso nelle mani del Presidente dell’IPCC Pachauri, sottoscritto da più di 100 giornalisti e scienziati provenienti da tutto il mondo, perché lo porti ai partecipanti alla conferenza di Copenhagen, perché prendano decisioni efficaci e vincolanti, perché non c’é più tempo da perdere.
L’utopia che vi propongo è che ciascuno di noi, rifletta sui tanti automatismi stupidi cui siamo indotti dalla follia consumista, dall’illusione che tanto a noi non accadrà. Il Natale incipiente è un ottima occasione per rifiutare gli inutili sprechi, e riscoprire la serenità e la gioia di una festa all’insegna della sobrietà e della riscoperta dei suoi veri valori di amicizia, di solidarietà e di accoglienza. Per Natale regaliamo ai nostri figli un futuro migliore.