Governare è diverso da comandare
In una società dove in questi ultimi anni si è fatta strage di qualsiasi valore di qualsiasi principio etico, dove la coerenza è qualcosa di aleatorio in assenza di riferimenti, in una società smarrita e svuotata dal dominio dei media conformi ad un sistema che vuole tutti docili, obbedienti ed asserviti, il peggiore opportunismo domina in politica e le teste pensanti che vedono il declino e la mancanza di progettualità per il futuro, parlano inascoltate o tacciono in un silenzioso pessimismo. Guide cieche sono quei politici che non sanno guardare la realtà attuale che non ha precedenti nella storia, e pensano di poterla affrontare con aggiustamenti opportunistici e ricette del passato. Solo pochi numeri per dare una idea dell’ampiezza delle sfide che abbiamo davanti. Sulla Terra mai ci sono stati 6 miliardi e mezzo di abitanti; mai ci sono state 1 miliardo di persone con gravi carenze alimentari; mai ci sono stati problemi ambientali su scala planetaria come i cambiamenti climatici.
Come si può parlare di immigrazione solo su basi ideologiche senza tener conto di questi numeri?
Come si può pensare che per uscire dalla crisi economica basti rilanciare i consumi, quando è un eccesso di consumi di risorse esauribili alla base delle crisi globali, sia economiche che ambientali?
Come si può pensare di approfittare di una tecnologia come quella nucleare per godere di una energia ritenuta a basso costo solo perché il conto salato lo pagherà la generazione futura che dopo 40-50 anni si dovrà accollare l’elevatissimo costo dello smantellamento dei vecchi impianti e della gestione delle scorie ?
A chi parlano i vertici di Confindustria pretendendo di dare lezioni a tutti sul da farsi quando gli investimenti privati in ricerca ed innovazione, al pari di quelli pubblici, vedono l’Italia agli ultimi posti fra i paesi dell’area OCSE ?
Siamo di fronte a sfide terribili, che se affrontate con intelligenza possono diventare grandi opportunità di progresso per una specie umana che altrimenti si auto-condanna al declino. Ma nella politica italiana si parla d’altro, di lotte di potere, di difesa di privilegi personali o di gruppo, sia a destra che a sinistra si sentono parole e storie vecchie, da cui emerge una incapacità complessiva dell’Italia di guardare a un futuro che se vuol essere migliore, non può che essere diverso dal passato e dal presente. Per guardare al futuro l’Italia ha bisogno di persone intelligenti, preparate ed intellettualmente oneste e invece quanta mediocrità culturale e morale vediamo in chi occupa posizioni fondamentali! Persone che forse nemmeno capiscono la differenza fra “governare” e “comandare”; o forse la capiscono ed hanno scelto di “comandare” e non “governare”. Per guardare avanti bisogna con coraggio tenere la schiena dritta e non essere opportunisticamente inchinati al capo di turno. L’Italia ha bisogno di una destra e di una sinistra moderne che sappiano guardare con realismo e competenza ai problemi della gente, assumersi la responsabilità del cambiamento attraverso il dialogo ed il confronto delle idee.
Chi dice cose diverse guardando al futuro, da una parte viene osteggiato fino all’ultimo, salvo poi riconoscerne inevitabilmente il successo elettorale, dall’altra viene tacciato come “eretico e folle”. Di chi parlo lo avrete senz’altro capito.
Qualcuno potrebbe dirmi: ma hai dimenticato il centro! Il centro è un luogo privilegiato e rispettabile nell’attesa di confrontarsi sui fatti concreti e su ciascuno di essi scegliere da che parte stare; ma a me non interessano le tattiche ma le scelte nel momento in cui vengono fatte; è su questo che si misura la bontà della politica.
La mia utopia è che in politica entrambi gli schieramenti lascino scegliere i leaders alla gente attraverso primarie chiare e trasparenti e nella società si affidino le responsabilità in tutti i campi a persone di provata capacità di guardare al futuro e non in base a d appartenenze a lobby politiche od economiche. Vi par poco? Sarebbe l’inizio di una rivoluzione!