Nucleare: quando la politica pensa solo al proprio presente e non al nostro futuro
Non c’è bisogno di essere scienziati per capire che il futuro è delle fonti rinnovabili. Non-rinnovabile significa che per quanto una risorsa sia abbondante, prima o poi, e parliamo di decenni, finirà. Invece il Sole continuerà a sorgere e tramontare per qualche altro miliardo di anni; finché ci sarà il sole i venti continueranno a soffiare e l’acqua a scendere giù dai monti; allo stesso modo non si esaurirà il calore magmatico che provoca gli affioramenti geotermici. Per ignoranza, ma più spesso per interesse, alcuni dicono che le energie rinnovabili non sono utilizzabili perché poco potenti. Niente di più falso; solo il Sole invia sulla Terra ogni anno una quantità di energia più di 10.000 volte maggiore di tutta l’energia utilizzata dall’umanità.
Allora si dice che il sole e le altre energie rinnovabili non posso andare a prenderle in giro per il mondo come si fa con il petrolio, con il carbone, con l’uranio, e concentrarle in un unico impianto di grande potenza. Questo è vero, ma non è un difetto bensì un pregio. E’ un pregio perché le energie rinnovabili sono dappertutto e quindi nessuno può accaparrarsele imponendone il prezzo e tutti possono averne la loro parte: e questa si chiama indipendenza energetica, niente guerre per l’energia, sviluppo per tutti. E’ un pregio perché anche gli usi finali sono di bassa potenza e se l’energia è disponibile ovunque alla fonte, non ho bisogno di centralizzarla e trasportarla rendendo vulnerabile il sistema. Il problema sta solo nel fatto che un sistema costruito su fonti concentrate funziona male con le fonti rinnovabili e quindi deve essere trasformato. Per questo è urgente smetterla di inseguire chimere o facili guadagni ed investire senza indugio nelle fonti rinnovabili, nelle reti di distribuzione locale, nelle nuove tecnologie di trasformazione, distribuzione ed utilizzo, per preparare un futuro senza crisi economiche, senza guerre per l’energia, senza catastrofi ambientali.
Perché allora in Italia non si fa questo?
Perché i nostri politici vivono alla giornata e non scelgono in base alla scienza o alla convenienza per la popolazione, ma fondamentalmente in base due elementi. Il primo è la pressione dei grandi capitali che muovono interessi, profitti e potere. Il secondo sono i sondaggi che muovono una politica ridotta a farsa, degradata dal nobile scopo di occuparsi della “polis”, organizzarne il presente e prepararne il futuro, al meschino scopo di costruzione del consenso attraverso il potere dei media. E così che i consigli di amministrazione delle grandi imprese energetiche si associano ai politici per convincere la gente della bontà di scelte sbagliate come quella nucleare, per lucrare grandi affari oggi e lasciare fra 50 anni mostri incontrollabili, la cui chiusura, anche senza incidenti, sarebbe comunque costosissima e piena di problemi irrisolti. Fra 50 anni non ci saranno certo loro ad assumersi la responsabilità delle scelte fatte, loro saranno già morti o pensionati d’oro di brillanti carriere. Chi ci sarà ancora saranno i nostri figli e i nostri nipoti che ci chiederanno stupiti: “ papà, nonno, dove eravate quando si decideva di costruire il mostro? Perché non avete fatto nulla per impedirlo? Perché avete pensato solo a godervi i benefici lasciando a noi il conto da pagare?
Quei politici che nel giro di 24 ore passano dal declamare la necessità della scelta nucleare al “ripensamento” sono indegni del ruolo che svolgono; dove è finita la loro arrogante sicurezza? E questo vale anche per alcuni personaggi di primo piano dell’opposizione che si sono sempre detti filo-nucleari ed oggi tacciono. Se erano necessarie queste centrali cosa pensano di fare ora al loro posto? E’ lecito delegare scelte fondamentali per il futuro di noi tutti, che richiedono strategie difficili e complesse che si muovono nell’arco dei decenni, a gente che cambia idea come cambia il vento? Vediamo la stessa
vergognosa scena di un premier che appena ieri baciava la mano a Gheddafi ed oggi concede le basi militari per attaccarlo. Vediamo la vergogna dei tagli alla scuola, all’università e alla ricerca che dimostra quanto poco l’attuale classe politica è interessata al futuro.