NO TIR – NO TAV –NO TAXI: piuttosto parliamo di trasporti
Le autostrade bloccate dallo sciopero dei TIR, mercati vuoti, derrate alimentari da buttare fabbriche chiuse, benzinai a secco.
Le città bloccate dallo sciopero dei tassisti, ai quali, a differenza delle altre categorie di lavoratori, viene consentito di scioperare in automobile, con assemblee e comizi in stile “drive-in”.
Siamo ormai agli arresti per chi manifesta contro la TAV, fatto che nonostante le rassicurazioni del procuratore, ci lascia seri dubbi che sia relativo esclusivamente a reati commessi durante le manifestazioni. Sta di fatto che stesso metro non è stato usato per tassisti e camionisti.
E’ questo l’unico modo in cui il nostro paese parla di trasporti, settore cruciale che assorbe circa un terzo dei consumi energetici nazionali e produce un terzo dei gas serra e la stragrande maggioranza dei veleni e dei gas cancerogeni che inquinano pericolosamente l’aria delle nostre città.
E’ questo il risultato della totale assenza di una seria politica dei trasporti, che ha lasciato in mano questo settore cruciale a lobby e corporazioni, e a grandi affaristi piuttosto che a grandi opere, lasciando ad essi un potere politico, contrattuale e ricattatorio enorme.
Tante, troppo volte ho già sottolineato la follia di affidare al trasporto su strada la stragrande maggioranza delle merci, in un paese come l’Italia proteso tra due bracci di mare. Il trasporto merci in Italia[1] si svolge (dato 2007) per il 65% su strada, il 19% via mare, l’11% su ferrovie e lo 0.5% per via aerea, e il 4,5% in oleodotti. Le persone si muovono per il 92,2% su strada, per il 5,8% su ferro, per l’1,6% in aereo, 0,4% su nave. Si vede come su entrambi i fronti è largamente prevalente il trasporto su strada, nonostante il fatto che spostare una merce o una persona su ferrovia richieda la metà dell’energia, e via mare circa 1/5. Rilanciare il trasporto marittimo, rifinanziando Fincantieri per la costruzione di navi porta container ed attrezzando per l’intermodalità i grandi porti sotto-utilizzati del meridione, porterebbe benefici economici ed occupazionali, consentendo al paese un grande passo avanti per il rispetto degli obiettivi europei al 2020 su riduzione delle emissioni clima-alteranti e risparmio energetico.
NO TAV. Si legge in un appello al Presidente Monti sottoscritto da scienziati e professori universitari, al quale senza esitazione ho apposto la mia firma, che “il progetto della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, inspiegabilmente definito “strategico”, non si giustifica dal punto di vista della domanda di trasporto merci e passeggeri, non presenta prospettive di convenienza economica né per il territorio attraversato né per i territori limitrofi né per il Paese, non garantisce in alcun modo il ritorno alle casse pubbliche degli ingenti capitali investiti (anche per la mancanza di un qualsivoglia piano finanziario), è passibile di generare ingenti danni ambientali diretti e indiretti, e infine è tale da generare un notevole impatto sociale sulle aree attraversate, sia per la prevista durata dei lavori, sia per il pesante stravolgimento della vita delle comunità locali e dei territori attraversati.”
E intanto si privatizzano le reti ferroviarie regionali, già abbandonate dalle strategie orientate al lusso di Trenitalia, nonostante che riguardino collegamenti sui quali si svolge la stragrande maggioranza degli spostamenti quotidiani delle persone. Quale è il piano, quali sono gli obiettivi di questa privatizzazione?
NO TAXI. Mentre i trasporti pubblici e le piste ciclabili restano un sogno nella maggioranza delle città italiane, mentre a Roma il biglietto dei mezzi aumenta per pagare lo stipendio alle centinaia di amici del sindaco assunti negli uffici della azienda pubblica (avesse almeno assunto autisti e meccanici), linee di metropolitane che in altre parte del mondo si realizzano in 4, 5 anni, da noi impiegano il triplo del tempo e dei costi, mentre i taxi godono di diritti intoccabili. E nessuno impone alle auto private il rispetto delle regole elementari di convivenza civile, come la sosta regolare, il rispetto degli attraversi pedonali e delle rampe per i disabili, ecc.
Inoltre le auto private sono “ladre di spazio” e di territorio, che viene sottratto ai cittadini renndendo invivibili le città. Una persona che viaggia a 50 Km/h su una automobile con 4 passeggeri a bordo, occupa circa 60 m2 di territorio; se viaggiasse su un pullman pieno ne occuperebbe 3,47; se viaggiasse su treno con 1.344 posti tutti occupati occuperebbe appena 1,25 m2. Da un calcolo effettuato a parità di condizioni ideali risulta che una metropolitana può far transitare 70.000 passeggeri l’ora su una sola linea; un autobus o un tram su corsie preferenziali può trasportarne più di 30.000; una automobile con 4 persone a bordo può invece far transitare su una corsia libera da intasamenti appena 8.000 persone l’ora.
L’Italia scenda dal TIR e salga sulla nave! Scenda dall’automobile e salga sui treni sui bus e sulle bici!
[1] dati tratti da: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: Conto Nazionale delle Infrastrutture e dei Trasporti – Anni 2006-2007, Roma – Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato