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Un parco per discarica

13 aprile 2010 0 commenti

Il 31 dicembre 2009 si è concluso il mandato del Sottosegretario di Stato per l’emergenza rifiuti in Campania. Ed il miracolo di Berlusconi si è materializzato. L’emergenza rifiuti in Campania è scomparsa. Risolta.  La realtà e ben diversa. Consapevole che raccontarla significa essere ancora una volta catalogato come denigratore della propria terra. Ma era solo svanita, sommersa.

Dei tre inceneritori  previsti, è in funzione solo il termovalorizzatore di Acerra. Gli altri impianti in funzione sono gli Stir (ex Cdr). Sono sette (Avellino, Battipaglia, Tufino, Giugliano in Campania, Caivano, Santa Maria Capua Vetere, Casalduni) e vengono utilizzati per la tritovagliatura e l’imballaggio dei rifiuti. Sono sei i milioni di ecoballe accatastate a Giugliano, Villa Literno. E liberarsene non sarà facile. Nel decreto legge 195 convertito in legge il 27 febbraio dopo un’aspra polemica, è previsto, infatti, un impianto di trattamento e di smaltimento dei rifiuti tra Giugliano e Villa Literno. Ma per costruirlo ci vorranno soldi (altri) e tempo.Gli impianti di compostaggio che servono a trattare la frazione umida dei rifiuti e a trasformarla in «compost», sebbene previsti, non esistono e si e’ costretti a trasferire a pagamento l’umido in impianti di altre regioni, e in particolare in Sicilia.

 

La bonifica del territorio e’ all’anno zero. E per concludere, la ciliegina sulla torta. Per risolvere l’emergenza , ecco la logica dei buchi. Per consentire lo smaltimento dei rifiuti in Campania,il decreto del 2008 ha autorizzato la realizzazione di una serie di discariche in tutte le cinque province campane. Sono in tutto nove: Chiaiano (Napoli), Savignano Irpino (Avellino), Sant’Arcangelo Trimonte (Benevento), due a Serre (Salerno), Andretta (Avellino), Terzigno (Napoli), Caserta (CavaMastroianni), Santa Maria La Fossa (Caserta). Quella di Terzigno superal’inimmaginabile. All’interno del Parco Nazionale del Vesuvio sorgerà la più grande discarica del Mezzogiorno, facendo pagare, dopo  Chiaiano e all’Area Giuglianese, i gravi ritardi maturati, pur nell’avvicendarsi di tante azioni commissariali, nell’avvio del Ciclo Integrato dei Rifiuti.

La sua realizzazione produrrà l’ennesimo  disastro ambientale in un area quale quella del Parco nazionale del Vesuvio  definita area SIC e ZPS, riserva della Biosfera della rete MAB-Unesco. Tutto questo mentre il Vesuvio è candidato a diventare, per universale acclamazione, una delle nuove «Sette meraviglie della natura» mondiali. Questo, almeno, è quanto ha finora deciso il popolo di internet, attualmente impegnato a votare sul sito ufficiale dell’organizzazione svizzera no- profit «New 7 Wonders Of Nature» ( www.new7wonders.com ), che lo scorso dicembre ha lanciato un apposito concorso internazionale.   Smaltire nuovamente rifiuti nel Parco del Vesuvio, addirittura in deroga ai principi sottesi alle norme comunitarie, nazionali e regionali, significa azzerare il risultato di una lotta condotta con e per la legalità da cittadini, magistrati, associazioni ambientaliste. Ancora una volta in Campania la verità è una parola terribile come la giustizia. Parole che non sempre coincidono. Ancor meno nella logica dell’emergenza. Che ahime’ in Campania ormai si è trasformata in ordinarietà.