Cattura e sequestro di CO2: negli Stati Uniti inaugurato un impianto
Poco tempo abbiamo parlato delle tecnologie per la cattura e il sequestro di CO2 sottolineando come fra gli intenti del governo italiano vi sia quello di costruire due impianti nella penisola. Tecnologia inutile? Propositi destinati a rimanere tali? Mentre in Italia ci si dibatte sul fatto che la messa a punto di simili impianti sia una soluzione positiva o meno c’è chi, da tutt’altra parte, è già passato alla fase operativa.
Parliamo degli Stati Uniti dove l’American Electric Power ha recentemente inaugurato una centrale a carbone dotata di una tecnologia per la cattura e il sequestro di CO2. Il funzionamento dell’impianto è abbastanza semplice: in sostanza prima di essere riversata nell’atmosfera, la CO2 viene catturata, liquefatta e pompata a 2,1 km di profondità nel sottosuolo al ritmo di 5,5 tonnellate all’ora.
In un anno quest’impianto dovrebbe essere capace di immagazzinare circa 100.000 tonnellate. Per il momento è applicata solo a una piccola frazione (equivalente a circa 20 MW) della potenza elettrica totale della centrale di Mountaineer (1.300 MW), ma il suo vantaggio è che può essere adattata a ogni impianto esistente.
L’obiettivo è quello di poter disporre, entro il 2015, di tecnologie provate relative all’intero ciclo della cattura e sequestro della CO2, per poi puntare soprattutto al mercato dell’Asia (in particolare Cina e India), dove attualmente vengono costruite nuove centrali a carbone a ritmi vertiginosi.
Possibili pericoli ambientali? Manco a parlarne ovviamente, mentre, d’altro canto, i responsabili aziendali si dicono abbastanza certi sul ritorno economico della tecnologia. In effetti se si è deciso di investire ingenti quantità di soldi su quest’impianto un ritorno economico da qualche parte dovrà pur esserci.
In definitiva ciò che appare certo è che si potrà bruciare carbone senza nessun limite imposto dalle quote e che si avrà la possibilità di far ricorso ad eventuali incentivi futuri; ciò che però appare più certo di qualsiasi cosa è che la coscienza ambientale della American Electric Power in tutto questo contesto c’entri ben poco.