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Con la eco-revolution in Italia qualcosa si muove: l’eolico

5 febbraio 2009 0 commenti

Le energie alternative

Le energie alternative

Se Galileo vivesse oggi forse tornerebbe a pronunciare la celebre espressione «eppure si muove!»: questa volta non si riferirebbe alla rotazione della Terra, ma al fatto che finalmente anche l’Italia sembra muoversi nella direzione delle energie rinnovabili. Nonostante la recessione è boom di investimenti nel solare, nell’eolico e nelle biomasse. Le notizie che arrivano da associazioni e aziende descrivono un quadro sostanzialmente positivo anche se siamo ancora ai primordi di una nuova era tecnologica per l’Italia.
Oltre alla sensazione che qualcosa si stesse muovendo, ci sono le cifre a parlare chiaro. L’industria del solare ha messo a segno un incremento record fra 2007 e 2008: +500% di investimenti nel settore con un giro di affari pari a 800 milioni di euro. Stesso record per l’eolico: +35% di nuovi impianti e una produzione eccezionale di oltre 6 TWh. L’idroelettrico è in flessione a causa della minor disponibilità idrica e di una probabile diminuzione dell’efficienza produttiva. In crescita l’interesse per le biomasse e, secondo i dati di Confindustria, sarebbero molti gli imprenditori pronti a scommettere investimenti ingenti su questo business.

L’interesse delle aziende sembra puntato soprattutto sull’eolico. Federico Falk, presidente dell’omonimo gruppo, ha annunciato la riconversione delle attività siderurgiche e lo spostamento su nuovi investimenti nelle rinnovabili. Progetto di punta sarà il parco eolico di Minervino Murge, in provincia di Bari, che avrà una potenza di 52 megawatt. Gli aerogeneratori di Falk si andranno ad aggiungere a quelli di Enel, della spagnola Gamesa, della Tozzi e della Cooperativa Fortore Energia che nel complesso hanno portato la Regione Puglia a dotarsi di circa 400 pale eoliche.
L’elenco delle aziende che investono nell’eolico è lungo e lo sviluppo di parchi nel sud Italia è già ben visibile sorvolando le regioni dall’alto. Tra Isernia e Campobasso l’Enel ha appena inaugurato 42 nuove pale: sale così a 52 il numero di aerogeneratori in Molise e forniranno energia per 46 megawatt a 40mila famiglie. Sempre al sud, in Campania, la Egl Italia aprirà a marzo nuovi cantieri a Bisaccia, in provincia di Avellino, per montare 22 nuove strutture.
La crescita dell’eolico attraversa l’Adriatico: il gruppo pugliese Marseglia ha annunciato la scorsa settimana l’avvio di investimenti in Albania per un miliardo di euro nell’ambito di un accordo di programma tra governo italiano ed albanese. Grazie alla costruzione di 2 parchi eolici della potenza complessiva di 234 megawatt, una centrale a biomasse liquide, cavidotti sottomarini e stazioni di riconversione, l’elettricità prodotta in Albania creerà lavoro in loco ed energia pulita per il nostro Paese. La Puglia è la regione italiana dove si produce più energia da fonti alternative e sono almeno 400 le domande di nuove installazioni in attesa di essere deliberate.
Con i suoi 554 megawatt installati è la Ip-Maestrale l’azienda che in Italia produce più energia eolica, seguita da Fri-el (418) e Enel (403).

Non c’è dubbio che l’eolico sta vivendo quella che si potrebbe definire una stagione di grazia. La Liguria ha deciso di modificare il Piano energetico regionale, che prevedeva soprattutto l’utilizzo delle biomasse, e di puntare sul vento. Gli attuali 9 megawatt eolici dovrebbero diventare 120 entro alcuni anni. Anche in Sardegna la produzione di energia da questa fonte è andata aumentando nonostante fosse stato imposto un sostanziale veto per evidenti ragioni paesaggistiche. In soli 4 anni il numero di impianti è più che triplicato. Sono 380 i megawatt installati sull’isola e altri saranno realizzati in aree industriali o più degradate.
A fare la differenza per l’eolico è stato soprattutto il 2008. Mentre nel mondo aumenta con un ritmo del + 30%, in Italia si è registrato un tasso di crescita maggiore (+35% tra 2007 e 2008) e i 3.736 megawatt installati rimettono l’Italia in carreggiata negli obiettivi di settore facendo ben sperare nel raggiungimento del pieno potenziale eolico per l’Italia stimato dall’Anev in 16.000 megawatt. L’ottimismo dell’Associazione Nazionale Energia del Vento può apparire scontato ma esistono elementi concreti che spingono verso una crescita dell’eolico. Innanzitutto l’introduzione di certificati verdi e tariffe garantite per 15 anni, ma conta anche il fatto di avere un ritorno immediato dopo l’investimento iniziale, di avere una distanza limitata dai consumatori e usare una tecnologia semplice e giovane.
Nonostante gli ingenti sforzi l’Italia non brilla certo in Europa per sfruttamento dell’eolico e difatti è sempre fanalino di coda nelle classifiche energetiche. Calcolando il rapporto tra potenza eolica installata e numero di abitanti, la media europea indica per ogni 1.000 abitanti un potenziale eolico di 102 chilowatt; in Italia è di soli 46,6, in Germania 269 fino alla Danimarca con 576.

Sarà difficile per l’Italia centrare l’obiettivo Ue del 20-20-20, dice la McKinsey nel focus sul nostro Paese, pur nell’ipotesi di incentivi ancor più consistenti di quelli messi a disposizione dallo Stato. Forse, però, qualcosa si muove.

(Anna Rita Pescetelli)