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Piano casa – Ora tocca alle Regioni

1 aprile 2009 0 commenti

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Stato e Regioni trovano un’intesa sul piano casa, ma sembra più un’intesa sulla forma che sulla sostanza. O meglio, sostanza c’è, ma rimane un grande ambito indefinito o poco chiaro che viene rimesso alle Regioni. Per esprimere un giudizio coerente occorrerà vedere come materialmente agiranno le Regioni nei confronti di aree protette ed efficienza energetica.

E’ comunque da riconoscere che l’intesa tra lo Stato e le Regioni ha contenuto i termini degli interventi ammissibili ed ha ripristinato i termini delle competenze istituzionali. Ciò nonostante, come giustamente rilevato in primis da WWF e FAI, rimangono comunque aperte le preoccupazioni per le aree protette e per l’introduzione di “incisive misure di semplificazioni procedurali dell’attività edilizia” che il Governo si appresta a varare con un apposito decreto legge.

Il testo dell’accordo esclude la possibilità d’intervenire sugli “edifici abusivi, nei centri storici o nelle aree di modificabilità assoluta”, ma dovranno essere le Regioni a “escludere o limitare” gli interventi nelle “are di pregio ambientale e paesaggistico”. Meglio sarebbe stato se si fosse esclusa a priori la possibilità d’intervento nelle aree naturali protette. Meglio sarebbe anche stato se si fosse trattato con chiarezza del problema rappresentato dagli immobili già oggetto d’intervento di opere abusive, o dagli immobili abusivi sanati attraverso i condoni, o di quelli ancora sottoposti a procedura di condono ed ancora in attesa di risposta. Ribadiamo ancora una volta che il rischio del condono mascherato è altissimo. Non vorremmo fare da suggeritori alla scelleratezza, ma c’è da scommettere che per queste categorie d’immobili moltissimi fingeranno abbattimenti di opere abusive per poi sempre fingere ricostruzioni con la nuova procedura.

Saranno poi sempre le Regioni a disciplinare la materia di demolizione e ricostruzione degli edifici che potranno usufruire di ampliamenti sino al 35%, ma già all’interno dell’intesa con lo Stato si sarebbe dovuto opportunamente stabilire alcuni parametri di riferimento per fissare gli obiettivi di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica che s’intenderebbe raggiungere.

Ma ancora una volta, l’oggetto vero di preoccupazione è il decreto legge che il Governo emanerà. Infatti l’intesa oggi sottoscritta prevede che entro dieci giorni venga presentato un decreto legge per rendere più rapida ed efficace l’azione amministrativa di disciplina dell’attività edilizia. Non si precisa l’ambito di queste semplificazioni, ma nella prima versione dell’intesa veniva previsto sia la reintroduzione del vecchio e contestato sistema, poi superato dal Codice Urbani, di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, sia la semplificazione delle procedure di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) con l’obiettivo di superare le procedure di Valutazione di Incidenza. Vogliamo comunque sperare che l’esclusione di queste previsioni nel testo definitivo dell’Intesa significhi una loro esplicita rinuncia da parte del Governo.