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Commercio dell’avorio, dalla Cites arriva il no alle deroghe sul divieto

23 marzo 2010 0 commenti

Niente eccezioni al divieto di commercio dell’avorio per gli elefanti di Tanzania e Zambia: dopo non essere riuscita a impedire il commercio del tonno rosso, la conferenza della Convenzione sul commercio internazionale delle specie selvagge a rischio (Cites), ha bloccato ieri i tentativi di Tanzania e Zambia di introdurre deroghe alla moratoria sul commercio delle zanne, che i due paesi africani speravano di ottenere.

 

Tanzania e Zambia volevano dei permessi speciali di commercio, puntando sul fatto che la popolazione dei pachidermi nelle loro savane è aumentata: citando uno studio del 2007, ad esempio, Dodoma ha cercato di giustificare la sua richiesta facendo notare che nel suo territorio dal 1989 a oggi la popolazione di elefanti è salita da 55.000 esemplari a circa 137.000. La Zambia vorrebbe vendere quasi 22 tonnellate di avorio, e la Tanzania circa 90, per un valore di oltre 20 milioni di dollari.

 

Elefanti

I principali acquirenti, che sostengono la domanda di Dodoma e Lusaka, sono la Cina e il Giappone. Ma Stati uniti, Unione europea e altri paesi africani come il Kenya si sono opposti, facendo naufragare il progetto di ‘declassamento’ degli elefanti di questi due paesi. Nairobi, in particolare, assieme ad altri 23 Stati africani, si è opposta a qualsiasi deroga, sostenendo che l’obiettivo è non riparlare di commercio fino al 2018, quando terminerà la moratoria iniziata nel 2008.

 

 Ma non è ancora detta l’ultima parola, perché i due Stati dell’Africa orientale potrebbero cercare di riaprire il dibattito nella sessione plenaria della Cites, che si terrà questo mercoledì a Doha.

 

I due paesi sostengono di avere il diritto di utilizzare le loro risorse naturali, ma gli altri paesi africani e gli ecologisti insistono che Tanzania e Zambia non fanno abbastanza per combattere il bracconaggio, e che una deroga peggiorerebbe le cose, incoraggiando i cacciatori di frodo.