A Nagoya per dare un futuro alla biodiversità
Inizia lunedì 18 ottobre in Giappone una nuova fondamentale sfida per il pianeta. Gli Stati parte della Convenzione sulla Biodiversità si incontreranno infatti a Nagoya per la decima COP.
Dopo aver fallito l’obiettivo di fermare la perdita di specie e di habitat naturali, i governi ora dovranno adottare un nuovo piano d’azione che rappresenti un quadro di riferimento a livello internazionale e nazionale, per individuare risposte concrete e possibili soluzioni per avviare un’inversione di tendenza.
Molti gli argomenti all’ordine del giorno nelle due settimane di negoziati che vedranno, proprio come è accaduto a Copenhagen, le delegazioni dei diversi paesi confrontarsi e scontrarsi per concretizzare un risultato condiviso.
L’attenzione verrà concentrata principalmente sull’arresto della perdita di biodiversità, sulle misure adeguate per permettere un ripristino degli habitat e delle specie e forse anche sulla possibilità di riconoscere una responsabilità civile in caso di danni alla biodiversità.
Molta attesa del resto si è creata anche per la presentazione di uno studio, The Economics of Ecosystems and Biodiversity , che quantifica in termini economici la perdita di biodiversità. Il senso di questo progetto è infatti quello di attribuire un valore a ciò che la natura mette a disposizione.
“Solo perché qualcosa non si paga – ha dichiarato infatti qualche giorno fa il responsabile del programma, Pavan Sukhdev – non significa che non valga nulla”.
Elisabetta Mutto Accordi