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L’anno della biodiversità

15 ottobre 2010 0 commenti

Nel 2010, Anno internazionale per la biodiversità, è importante che il nostro Paese con la convocazione dal 20 al 22 maggio 2010 della Conferenza nazionale sulla biodiversità abbia intrapreso un percorso che porterà anche l’Italia a dotarsi di una Strategia Nazionale sulla biodiversità, assolutamente necessaria per una nazione come la nostra che è la più ricca di biodiversità d’Europa (con 57.468 specie animali, 8,6% endemiche, e 12.000 specie floristiche, 13.5% endemiche) con un patrimonio, però, che è in progressivo depauperamento: attualmente sono a rischio il 68% dei vertebrati terrestri, il 66% degli uccelli, il 64% dei mammiferi e l’88% dei pesci di acqua dolce.

Bisogna ricordare che il nostro Paese ancora all’inizio del 2010 non era ancora tra i 168 Paesi (l’87% delle parti che hanno sottoscritto la CBD) che si sono già dotati di una propria Strategia nazionale per la conservazione della biodiversità. In Europa su 27 Paesi membri solo 5 non hanno ancora adottato una propria Strategia nazionale per la biodiversità (oltre all’Italia: Cipro, Grecia, Malta e Lussemburgo), mentre 6 sono già alla seconda revisione di questo importante strumento.

La Strategia nazionale ha bisogno, secondo il WWF Italia, di una Legge Quadro sulla Biodiversità che consenta a un impianto generale di avere poi le ‘braccia’ operative ed i finanziamenti necessari.

In attesa della Legge Quadro si devono anche dare subito segnali concreti: entro il dicembre di quest’anno il WWF chiede che venga approvata una Delibera CIPE e siano individuate nella Legge Finanziaria 2011 le risorse per rendere immediatamente operative, già dal 2011 (in attesa della Legge Quadro) le linee di intervento individuate nella Strategia nazionale della biodiversità, che dovrà essere adottata entro l’autunno 2010 prima della X° Conferenza delle Parti della Convenzione Internazionale per la Diversità Biologica (che si terrà dal 18 al 29 ottobre 2010 a Nagoya, in Giappone).

In sintesi, anche la migliore delle Strategie Nazionali non potrà essere mai concreta ed efficace in assenza delle due ‘braccia’ operative fondamentali rappresentate dalla Legge Quadro e dagli strumenti finanziari.

PERCHE’ UNA LEGGE QUADRO

La biodiversità è l’insieme del patrimonio genetico, delle specie e degli ecosistemi che costituiscono la ricchezza di natura del paese, ma questo insieme non trova riferimento organico nel nostro ordinamento normativo. In Italia manca una legge ‘cornice’ che possa rappresentare un riferimento organico in grado di recepire in modo esaustivo ed efficacie tutte le direttive europee e le convenzioni internazionali che a vario titolo si occupano di conservazione della biodiversità (Direttive UE sulle acque, uccelli, habitat e Convenzioni internazionali come la CBD – sulla biodiversità, Barcellona – sul Mediterraneo, Ramsar – sulle zone umide, Berna – sull’avifauna, Bonn – risorse naturali, CITES – sul commercio di specie a rischio, etc.).

Le leggi attualmente esistenti non ‘coprono’ l’intero patrimonio di biodiversità che l’Italia custodisce. Infatti, le uniche due leggi nazionali che si occupano a vario titolo di biodiversità sono la Legge Quadro sulle Aree protette – Legge 394/91 e quella che regola l’attività venatoria – Legge 152/’92 (che dovrebbe essere di ‘tutela della fauna’ è purtroppo molto sbilanciata sulla caccia e più volte oggetto di tentativi di modifica ai danni della fauna stessa) , entrambe precedenti la ratifica della Convenzione Internazionale sulla Biodiversità da parte dell’Italia (1994).

Non esiste poi nulla a livello nazionale che tuteli la fauna ‘cosiddetta’ minore (es. invertebrati, rettili e anfibi, quest’ultimi particolarmente colpiti dai cambiamenti climatici ) né sulle piante: questa componente della fauna, non avendo alcun interesse commerciale , di fatto viene totalmente trascurata pur svolgendo fondamentale nella funzionalità degli ecosistemi. Esistono varie norme al livello regionale e comunque non omogenee tra loro, su alcuni altri gruppi di specie come i rettili, anfibi, insetti e le varie normative sulla flora e sui funghi.

Manca infine un riferimento normativo che affronti il ‘valore’ della biodiversità quale elemento di cui tenere conto in fase di programmazione delle varie attività economiche e produttive con un approccio precauzionale. Una Legge Nazionale sulla Biodiversità dovrebbe colmare questo vuoto mettendo in conto la natura nelle diverse politiche di settore (agricoltura, turismo, trasporti, urbanistica etc).

L’APPELLO DEL MONDO SCIENTIFICO PER LA LEGGE QUADRO

L’Appello del mondo scientifico raccolto nell’Anno Internazionale della Biodiversità dal WWF per una Legge Quadro sulla Biodiversità rappresenta il primo Appello su questo tema ed è firmato da oltre cento tra più autorevoli scienziati, ricercatori e professionisti, molti dei quali appartenenti al Comitato Scientifico del WWF Italia , insieme a organismi di ricerca italiani quali la Società Italiana di Ecologia, l’AIOL (Associazione Italiana di Oceanologia e Limnologia), la SIEP-IALE – Società Italiana Ecologia del Paaesaggio e l’Accademia Nazionale delle Scienze Forestali. Tra i firmatari Marino Gatto, Pierluigi Viaroli, Orazio Ciancio, Ferdinando Boero, Fiorenza Micheli, Giulio De Leo, Giuseppe Scarascia Mugnozza, Piermario Biava, Luigi Boitani, Sergio Castellari, Roberto Danovaro, Domenico De Masi, Vincenzo Ferrara, Silvano Focardi, Silvio Greco, Sandro Lovari, Eleonora Masini, Bruno Massa, Riccardo Santolini, Giuseppe Notarbartolo di Sciara, Wolfgang Sachs, Mario Tozzi, Riccardo Valentini, Sergio Ulgiati.

Domenica 16 maggio il WWF Italia, in occasione della festa delle oasi, ha consegnato

l’Appello nelle mani del Ministro chiedendo di farsi promotore all’interno del Parlamento di un quadro di riferimento innovativo per valorizzare la ricchezza naturale del nostro paese.

LA LEGGE QUADRO – LA PROPOSTA:

La Legge Quadro sulla Biodiversità, secondo il WWF, dovrebbe essere presentata nel 2010 per essere approvata nell’arco della XVI legislatura, andrebbe dotata di adeguate risorse attraverso la istituzione di un Fondo per la biodiversità e dovrebbe avere alcuni elementi caratterizzanti.

Tra quelli di maggior rilievo:

a) l’attuazione e la declinazione della Strategia nazionale in Piani d’azione regionali e delle aree protette nazionali coordinati e integrati tra loro;

b) linee di indirizzo per l’applicazione omogenea ed efficace delle Direttive comunitarie per la conservazione della biodiversità (Direttive Habitat e Uccelli);

c) linee guida e criteri per la progettazione di Reti ecologiche di area vasta e per il loro inserimento nella pianificazione territoriale di livello regionale e provinciale e nella pianificazione paesaggistica;

d) la promozione, anche attraverso adeguati finanziamenti, della ricerca applicata alla conservazione della biodiversità e della formazione scientifica e tecnica per la conservazione della biodiversità.

A cura dell’Ufficio Stampa del WWF Italia