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L’Iraq a Nagoya per recuperare i danni alla biodiversità fatti da Saddam

29 ottobre 2010 0 commenti

ENVIRONMENT-BIODIVERSITY/

Nel contesto internazionale, anche sul fronte della tutela dell’ambiente, esiste un elenco virtuale dei primi della classe e di quelli che invece meriterebbero di stare dietro alla lavagna. Sicuramente gli Stati Uniti a Nagoya, ancor più dopo l’arrivo di Harrison Ford, che ha nuovamente invitato il Governo americano a firmare la Convenzione sulla Biodiversità (CBD), non risultano essere nella lista dei buoni.

L’Iraq invece, al suo primo anno alla COP come firmatario, si sta dando da fare per recuperare i problemi ereditati dal passato. “In questo momento – spiega Nadheer Abood Faaza, Direttore della sede di Baghdad dell’Organizzazione non governativa Nature Iraq – il nostro impegno più importante riguarda l’istituzione della prima area protetta del paese.”

La situazione infatti è tutt’ora estremamente complessa, considerati i molti postumi lasciati dalla guerra, come ad esempio la presenza di mine antiuomo in vaste aree del territorio, specialmente nel nord (Kurdistan) e lungo il confine con l’Iran. “Durante il periodo della sua dittatura – spiega infatti il referente della ONG irachena – Saddam Husseim ha prosciugato una vasta zona paludosa nel sud, provocando enormi problemi all’ecosistema e quindi alla popolazione. Ora questa parte è stata quasi completamente riportata al suo stato originale, anche grazie alla cooperazione con il Governo italiano e rappresenta uno dei primi grandi progetti che il paese sta sviluppando sul fronte della biodiversità.”

L’Iraq, essendo divenuto paese firmatario della CBD, ha potuto per la prima volta partecipare attivamente ai negoziati, non solo come spettatore. “Per noi – spiega il capodelegazione iracheno Ali Al-Lami – partecipare alla COP di Nagoya ha significato moltissimo. La nostra ratifica della Convenzione potrà essere utile affinché l’Iraq possa intraprendere azioni concrete per la protezione della biodiversità, per la formazione degli iracheni ed anche per il supporto finanziario e tecnico di tutte le azioni necessarie. Grande importanza sarà data alle specie minacciate di estinzione che in Iraq sono molte sia tra gli uccelli, che fra i mammiferi e tra altre specie sulle quali ad oggi mancano i dati”.

 

di Elisabetta Mutto Accordi