Accordo fra Italia e Francia sul nucleare. L’altra faccia della medaglia
Avevo già anticipato l’accordo fra Italia e Francia per il nucleare. E così ieri non mi sono stupita - solo rattristata - a sentirlo strombazzare da tutti i tigì.
Berlusconi ha dichiarato che il ritorno italiano al nucleare è stato “frenato negli anni ‘70 dal fanatismo ecologico di una parte politica”. Dissento fortemente.
Non c’entrano col fanatismo gli spunti di riflessione che vorrei proporvi. Tanto per cominciare, uno sguardo ai reattori Epr che ora verranno costruiti sul patrio suolo.
I reattori Epr che ci troveremo in casa in seguito all’accordo con la Francia producono scorie sette volte più pericolose rispetto alle altre centrali nucleari. Lo dice Posiva, un’impresa finlandese che si occupa della gestione di scorie radioattive.
Areva, multinazionale francese che opera nel campo dell’energia, soprattutto nucleare, dice che le scorie Epr sono più radioattive al massimo “solo” del 15%.
L’Italia non ha un posto dove stoccare scorie nucleari. Stiamo ancora cercando di sbolognare allo Utah - che non le vuole - quelle delle vecchie centrali nucleari. L’operazione costa un pacco di quattrini.
E un pacco inquantificabile di quattrini costano i reattori Epr. Inquantificabile, perchè i cantieri in corso in Francia e in Finlandia sono in forte ritardo (figuriamoci in Italia, il Paese dei cantieri infiniti!) e presentano massicci costi aggiuntivi imprevisti.
In Finlandia il conto è salito da 3,3 a 5,5 miliardi di euro, più una richiesta di danni di 2,4 miliardi legata ai ritardi. In Francia, Il budget è cresciuto del 20% dal dicembre 2007, data dell’avvio del progetto; anche lì i ritardi provocano un ulteriore maggiore costo di un milione di euro al giorno. Risultato, l’energia nucleare è più cara delle rinnovabili.
Il conto per la costruzione delle centrali si ripercuoterà direttamente sulle nostre tasche di contribuenti, va da sè. Almeno l’Italia nucleare raggiungerà l’autosufficienza energetica? Mito da sfatare: la nuclearissima Francia non è autosufficiente dal punto di vista dell’approvvigionamento dell’energia. Non è autosufficiente esattamente quanto lo è stata finora l’Italia senza centrali nucleari.
E poi è vero, in Francia l’energia elettrica costa meno, ma proprio per questo se ne usa tantissima (come giustificare altrimenti tutto quel popò di centrali?), e alla fine dei conti le bollette dell’energia elettrica degli italiani e dei francesi sono assolutamente simili.
C’è anche un’altra faccenduola. L’uranio indispensabile per far funzionare le centrali nucleari non cresce nell’orto, bisogna importarlo dall’estero e non è infinito, esattamente come il petrolio e il carbone. Anzi, già si comincia a dire che l’uranio scarseggia.
Non credo che siano argomenti da “fanatismo ecologico” quelli che vi ho esposto. Cionondimeno, già prima dell’accordo con la Francia, il Governo italiano si è attrezzato: le centrali nucleari potranno essere imposte con la forza se la gente del posto non le gradisce. Cieco fanatismo nucleare, direi. Non ho altre parole.
Su Ansa accordo fra Italia e Francia sul nucleare
Foto Flickr