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2010..riparte l’odissea delle specie

21 ottobre 2010 0 commenti

Si è chiuso con una cerimonia dedicata il conto alla rovescia – Countdown
2010 – per la difesa della biodiversità avviato dall’Unione Europea nel 2001
e l’anno successivo accolto dai leader mondiali nella sesta Conferenza delle
Parti (COP6) della Convenzione dedicata. I governi di tutto il mondo
all’epoca si erano impegnati a ottenere una significativa riduzione della
perdita della biodiversità entro il 2010 ma sappiamo bene come l’impegno non
sia stato raggiunto, anzi, come si siano continuati a registrare tassi
significativi di declino della biodiversità e pressioni insostenibili sugli
ecosistemi terrestri e marini, con inevitabili conseguenze sulle società
umane. L’evento di ‘chiusura’ ufficiale in Giappone è stato reso ancora più
simbolico con la scelta del giorno e orario dedicato. Alle 20.10 del
20.10.2010 (un po’ maniacale?). I delegati forse si aspettavano candele
accese, un conto alla rovescia stile ‘Capodanno’: niente di tutto ciò….Ci si
è dovuti accontentare di una carrellata di bei video, i canonici speech di
esperti sui risultati delle 1.000 organizzazioni che nel mondo hanno cercato
di salvare la biodiversità. Tante buone pratiche di assoluto pregio e che
forse per orsi, lupi, aquile e ambienti forestali europei hanno significato
la definizione di un percorso che può garantire una speranza di
sopravvivenza nel terzo millennio. Ma il bilancio finale complessivo, se
consideriamo ad esempio il crollo del 60% di specie nelle fasce tropicali
dal 1970 ad oggi, come segnalato dall’ultimo Living Planet Report, non è
positivo. Tutto questo mi ha aiutata a convincermi che è meglio non dedicare
troppe energie per riflettere su quanto NON sia stato fatto finora. Occorre
concentrarsi su quello che va fatto, ora, subito e con decisione. Per questo
è confortante vedere la passione con cui gli 8.000 delegati si stanno
dedicando a impostare, limare i documenti nelle varie sessioni, preparando
al meglio la fase finale del Summit, quella delle decisioni ‘politiche’.
Conforta anche vedere il WWF gettare il ‘cuore oltre l’ostacolo’ con
l’annuncio di voler lavorare nei prossimi anni su una base Ecoregionale in
ben 20 aree del pianeta, oltre alle 5 già pianificate tra cui la nostra
‘bella’ Ecoregione Mediterraneo. In queste aree si dovranno di nuovo
tessere tutte quelle relazioni che porteranno ad un sostanziale arresto
della biodiversità nell’interesse di tutti, popolazioni locali in primis.
Speriamo anche che i risultati lanciati ieri dal TEEB sul valore dei servizi
offerti dalla natura possano contribuire a costruire un piano di azione il
più concreto possibile. Non vorremmo ritrovarci fra 10 anni a celebrare un
altro fallimento.