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A lezione di ….APOCALISSE

24 gennaio 2011 0 commenti

Purtroppo non sono riuscita a seguire tutto il Festival della scienza che si è svolto in questi giorni presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, ma solo qualche succosa conferenza.

E’ stato un festival dedicato interamente all’apocalisse, alle ipotesi, agli scenari, ai modelli, sulla fine del nostro mondo (con grande sollievo del Pianeta inutile dirlo) ma anche alla fine del mondo in sé  con la scomparsa del Pianeta Terra, baracche e burattini, dallo spazio infinito.

Un tema che affascinerebbe anche il più disilluso banchiere milanese – considerato soprattutto che sulla fine del mondo si può ben speculare economicamente – ma anche il più incantato bambino delle elementari.

Vi ricordate il film “Io e Anny” dove il piccolo Woody Allen (con occhialoni e calzoni corti) si rifiutava di fare i compiti in quanto aveva appreso che l’universo era in espansione e destinato ad  una fine certa? Ecco il Festival della scienza ha cercato, con un’alchimia di scienziati, scrittori, comici, di dare tutte quelle risposte che ogni piccolo marmocchio un po’ curioso si è posto prima dello sconvolgimento  ormonale della crescita (momento in cui lo domande si focalizzano su un universo molto più prossimo e tangibile) .

Si è parlato della folle corsa del popolamento umano e Brandon Carter ci ha spiegato che la nostra crescita sul pianeta non è una curva esponenziale ma un curva iperbolica che tenderà in un preciso anno (2030) verso l’infinito, situazione che può essere arrestata o  da una brusca catastrofe o da una graduale inversione di marcia (peccato che il Prof Carter nel suo simpatico speach si sia lasciato sfuggire di essere padre di una copiosa nidiata…)

Il famoso Michael Benton ci ha invece  raccontato come nella storia del pianeta ci siano stati almeno 5 grandi estinzioni di massa, dovute a improvvise catastrofi su cui fervono ancora ricerche ed ipotesi. Fra queste la più famosa l’estinzione del Cretaceo che ha detto addio ai grandi dinosauri. Ognuna di queste estinzioni di massa, in un periodo geologicamente piccolo, ovvero qualche milione di anno, ha portato alla scomparsa di almeno metà delle specie allora viventi! In tutta sincerità credo noi umani riusciremo a fare molto ma molto  meglio di un periodo infinitamente più breve.

Super affascinante è stata l’introduzione al Festival del bravissimo srittore Ian McEwan che ci ha buttati senza rete e senza cintura di salvataggio in una bolgia di previsioni fallite sulla fine del mondo sostenendo che solo la nostra curiosità e la capacità di imparare dal passato può salvarci dalla paura dell’apocalisse finale.

Ha anche ricordato che in tanti modi e in tanti luoghi del pianeta ogni giorno l’uomo con guerre, genocidi, distruzioni genera piccole e grandi apocalissi. A quelle dovremmo guardare e quelle soprattutto dovremmo scongiurare. Posso dire che l’estinzione delle specie che stiamo cavalcando a ritmo incessante è una silenziosa apocalisse?

 

Isabella Pratesi